Record per la tassa di soggiorno: si paga in oltre 1000 Comuni

Il numero dei Comuni con la tassa è salito a 1.020 e il gettito atteso nel 2019, secondo un’elaborazione di Federalberghi e Nmtc, sfonderà quota 600 milioni di euro

Record per la tassa di soggiorno: si paga in oltre 1000 Comuni

Nuovo record per la tassa di soggiorno: il numero dei Comuni che la applica sfonda quota 1000. Dopo che nel 2017 l’ultimo governo a guida Pd ha sbloccato la possibilità di aumentare il pagamento per i Comuni che già l’avevano imposto e di imporlo per la prima volta a chi ancora non l’aveva, si è aperta una corsa sfrenata all’incasso. Il numero dei Comuni con la tassa è salito a 1.020 e il gettito atteso nel 2019, secondo un’elaborazione di Federalberghi e Nmtc, sfonderà quota 600 milioni di euro. Un aumento galoppante, considerando che ancora nel 2017, ultimo anno per il quale sono disponibili dati ufficiali, il gettito era stato di 470 milioni di euro. In tutto ora sono 997 i Comuni che chiedono ai turisti di versare un importo giornaliero a titolo di tassa di soggiorno 23 sotto forma di tassa di sbarco.

Ci sono 104 città d’arte, ma anche 96 destinazioni ai laghi e 40 stazioni termali. La classifica vede solidamente al primo posto Roma con un incasso di 130 milioni, dovuto anche al fatto che il Comune ha la tassa più alta d’Italia, seguita da Milano con 45 milioni. Nessuno governo ha mai adottato il regolamento che obbligherebbe i Comuni a usare il denaro incassato come tassa di scopo, finanziando il miglioramento dell’accoglienza, il che trasformerebbe il prelievo in un investimento. “A quasi dieci anni dall’introduzione della tassa -dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca- dobbiamo constatare di essere stati facili profeti. La tassa viene introdotta quasi sempre senza concertare la destinazione del gettito e senza rendere conto del suo effettivo utilizzo: è semplicemente una tassa sul turismo usata per coprire i buchi delle casse comunali”.

“Oltretutto -incalza Bocca- il quadro si è aggravato a causa di norme sanzionatorie che puniscono allo stesso modo chi sbagliano la contabilità di qualche euro e chi invece intasca illecitamente le risorse. E nel frattempo regna il far west fiscale sulle locazioni brevi”.

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