Le urne fanno tremare Conte, lui spinge per l'inciucio

Il premier in pressing per favorire l'inciucio tra M5S e Pd: "Non si può sprecare questa grande occasione". Ma il governo va in tilt e rischia la crisi

Le urne fanno tremare Conte, lui spinge per l'inciucio

Dopo il voto degli iscritti pentastellati su Rousseau, ora scende in campo anche il premier Giuseppe Conte per benedire le alleanze tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico sui territori. Nei giorni scorsi è arrivato il via libera dalla base gialla al matrimonio con i partiti tradizionali, ma non in tutte le Regioni grillini e dem hanno trovato un accordo: ecco perché il premier si è voluto fare promotore dell'inciucio in occasione delle elezioni locali. Manca poco più di un mese alle Regionali, ma si sta litigando ancora per cercare una soluzione comune nelle Marche e in Puglia. Il presidente del Consiglio ritiene del tutto ragionevole che le forze politiche che sostengono il governo stiano provando a dialogare anche a livello territoriale: "In Puglia e nelle Marche presentarsi divisi espone al rischio di sprecare una grande occasione".

Appare del tutto evidente che i 5S abbiano tradito i propri principi storici: si sono sempre dichiarati come unica alternativa al centrosinistra e al centrodestra, ma ora sono diventati la costola del Pd. Tranquilli, però: l'avvocato ha in tasca una giustificazione. Eh sì, perché la giravolta dei grillini a suo giudizio è non solo lecita, ma anche dovuta e intelligente: "Una sinergia anche a livello territoriale può imprimere una forte spinta per realizzare le strategie del Green deal, dell’innovazione digitale, degli investimenti nelle infrastrutture, negli asili nido e nelle scuole". È convinto che le forze di maggioranza dovrebbero avere tutto l'interesse a competere al meglio per essere protagoniste - anche a livello regionale - per quanto riguarda la partita del Recovery Plan.

Il governo rischia grosso

La domanda sorge spontanea: Perché mai i pentastellati in Puglia dovrebbero appoggiare Emiliano che hanno combattuto per 5 anni in Regione e che lo considerano troppo trasformista e incline a strizzare l'occhio a destra? Il capo dei giallorossi, nell'intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, ha sfornato una scusante anche per questo eventuale dietrofront: "La politica impone di mettere sempre il bene dei cittadini al di sopra degli interessi di parte, affrontando le sfide con coraggio e generosità. Bisogna esprimere una visione strategica e guardare ai bisogni delle comunità locali non più con le lenti del passato, ma con il binocolo del futuro".

Intanto l'ok di Rousseau ha mandato in tilt Movimento 5 Stelle e Partito democratico: da entrambe le parti si registrano notevoli malumori che potrebbero a breve sfociare in divisioni, fughe e strappi. La situazione sarebbe pericolosa per l'esecutivo anche se le forze di maggioranza dovessero presentarsi da sole: Conte teme una sconfitta per 4-2 alle Regionali che rischierebbe di costargli la poltrona. In tal caso il governo potrebbe davvero cadere e le conseguenze politiche per la maggioranza potrebbero essere davvero fatali. Giorgia Meloni ha infatti lanciato un avvertimento al premier: "Se le risposte che arriveranno dagli elettori saranno quelle che immaginiamo, non si potrà aspettare più: siamo pronti a scendere in piazza e a mobilitare milioni di italiani per chiedere libertà e democrazia". Le alleanze con il M5S hanno agitato pure i dem: è in corso un dibattito acceso tra chi è favorevole a un'alleanza organica e chi, invece, è più cauto.

"Annunciare patti politici alla vigilia di qualche elezione, come fatto in Umbria, è più una tattica miope che il frutto di un serio progetto politico", ha tuonato il sindaco di Firenze Dario Nardella.

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