Solo cinque regioni restano arancioni: Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e la provincia di Bolzano. Tutto il resto d'Italia da lunedì 1 febbraio torna in giallo, Lombardia compresa. Dopo una settimana di scontri e polemiche il governatore Attilio Fontana esulta: «É stata una settimana certamente difficile, abbiamo lottato perché come attestato dai dati, i lombardi meritano questa riduzione delle restrizioni. Manteniamo sempre alta l'attenzione verso il virus».
Con la firma dell'ordinanza da parte del ministro della Salute Roberto Speranza ritornano in fascia gialla Lazio, Piemonte, Val d'Aosta, Marche, Friuli, Abruzzo, Veneto, Emilia, Calabria e Liguria. Che vanno così ad aggiungersi alle già gialle - e che non sono peggiorate - Campania, Toscana, Molise, Basilicata e Provincia di Trento.
Riaprono dunque bar e ristoranti con servizio al tavolo fino alle 18 e torna la libertà di movimento all'interno della propria Regione, con la didattica in presenza al 75 per cento in base alle ordinanze di ciascun territorio.
Migliorano le condizioni in tutto il Paese, l'Rt nazionale scende 0,84, rispetto allo 0,97 della settimana scorsa. Tuttavia, per la cabina di regia che ha monitorato i dati nella settimana dal 18 al 24 gennaio, «l'epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale».
La decisione di concedere la zona gialla a dieci regioni con i dati in forte miglioramento sarebbe arrivata dopo il forte pressing dei governatori durante la riunione del Comitato tecnico scientifico di ieri.
Il ministro Speranza ha chiesto al comitato di valutare un'applicazione del Dpcm meno restrittiva di quanto avvenuto fino adesso: finora infatti per passare a una fascia inferiore una regione doveva attendere pazientemente due settimane con numeri compatibili con quelli della zona di rischio minore, ma il conteggio partiva dalla prima settimana in cui veniva registrato il miglioramento dei dati. Alla fine così ci volevano tre settimane per cambiare colore.
In questo caso invece quei 14 giorni sono stati effettivi: «I 14 giorni con cui vengono valutati i dati per la descalation di regioni come la Lombardia sono passati - ha spiegato Giovanni Rezza rispetto alla questione che ha riguardato la Lombardia - ma l'interpretazione della norma per uscire dai colori non viene fornita dalla cabina di regia.
Noi valutiamo l'andamento della situazione epidemiologica, sulla base di questi vengono prese le decisioni». Il via libera comunque è arrivato.
Per il governatore della Liguria Giovanni Toti è una vittoria non scontata: «La Liguria tornerà gialla, le regioni oggi hanno fatto sentire la loro voce e si è deciso di instaurare un meccanismo per cui la zona non sarà più compresa in una tranche di tre settimane ma di due settimane. Sono contento per i bar e i ristoratori che in parte potranno tornare a fare il proprio lavoro».
Migliorano i dati anche in Sicilia e Provincia autonoma di Bolzano che escono dalla zona rossa per entrare in quella arancione. Mentre Puglia, Sardegna e Umbria mantengono un livello di rischio moderato.
Ma la Sardegna non ci sta e fa ricorso Tar: «Difendiamo i nostri legittimi interessi e i diritti contro un provvedimento immotivato - commenta il governatore Christian Solinas - che danneggia gravemente il nostro tessuto economico e produttivo».
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