Regioni in pressing. "Vogliamo i vaccini". Da Bruxelles lo stop ad acquisti separati

Tavolo per l'emergenza col governo: "Bisogna fare presto e dare indicazioni chiare". I dubbi sulle fasce d'età per AstraZeneca e i tempi delle seconde dosi. L'Oms: sì agli over 65. L'Ue: "No a negoziati paralleli"

Regioni in pressing. "Vogliamo i vaccini". Da Bruxelles lo stop ad acquisti separati

Troppe incertezze pesano sull'avvio della nuova fase del piano vaccini. Di fronte alle richieste insistenti delle regioni sulle indicazioni di utilizzo soprattutto per Astrazeneca e l'eventuale via libera per acquistare altre dosi in autonomia il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha convocato le regioni per un tavolo tecnico sull'emergenza vaccini per sciogliere i nodi più urgenti. Nel pomeriggio di ieri si è tenuto un confronto tra gli esperti del ministero con quelli di Agenas e dell'Agenzia del farmaco Aifa per rispondere ai dubbi delle regioni appunto con la convocazione di un tavolo paritetico. Quattro i rappresentanti delle regioni convocati da Speranza come precisato dalla Lombardia.

Il primo nodo da sciogliere è per quali fasce d'età sia appropriato utilizzare AstraZeneca, puntando ad alzare la platea a 65 anni. Aifa aveva dato indicazioni che erano però suonate contraddittorie: prima raccomandando il siero anche per gli over 55 purché in buona salute e poi invece mettendo un paletto preciso, circoscrivendo l'indicazione solo per gli under 55enni, finendo col creare incertezza. E ieri è intervenuta anche l'Organizzazione mondiale della Sanità dando di fatto l'ok alla somministrazione di Astrazeneca anche gli over 65 nei paesi dove circolano le varianti del virus. Il risultato è che si rischia concretamente che molte persone rifiutino Astrazeneca perché incerte sulla reale efficacia della profilassi.

Altra questione che era stata posta già la scorsa settimana per prima dall'assessore al Welfare e vicepresidente della Lombardia, Letizia Moratti, è quella sulla possibilità di rimodulare i tempi per la seconda dose sempre di AstraZeneca, fissati in 10 settimane riducendoli. Ma anche in questo caso Aifa ha già fissato la data ideale per la seconda dose a 12 settimane dalla prima e comunque non prima di 10 settimane.

Poi la questione più spinosa: l'ipotesi di acquisire in proprio i vaccini sia a livello nazionale che regionale. Ipotesi però già bocciata dalla Ue che rivendica la propria strategia: negoziare insieme e non in parallelo, chiariscono dalla Commissione. Solo procedendo insieme si potranno garantire le dosi in modo equo a tutti gli stati membri. No dunque a «negoziati bilaterali o paralleli». Limitazione che però vale soltanto per i vaccini acquistati o opzionati dalla Ue. Restano fuori e quindi potenzialmente acquistabili con trattative «private» il vaccino russo Sputnik e quello cinese che non fanno parte della strategia europea.

Lo Sputnik però non è stato autorizzato dall'Ema come fa notare il governatore del Veneto, Luca Zaia, che è stato tra i primi a chiedere di poter andare a caccia di vaccini in modo autonomo. «Un paio di interlocuzioni per l'acquisto di vaccini sono solide e anche oggi abbiamo altre tre realtà che propongono vaccini. -ha detto ieri Zaia- Ci propongono anche lo Sputnik e il vaccino cinese, ma finché non vengono approvati dall'Ema non si fa nulla». Zaia assicura che tutto «sarà fatto nella legalità». Insomma ci vorrà il via libera del governo ma il governatore sottolinea che «qualcuno potrebbe dirci voi avevate offerte e non avete vaccinato». E dato che si parla di una notevole quantità di vaccini potrebbero esserci anche altre regioni interessate. Sicuramente il Friuli Venezia Giulia».

Il coordinatore degli assessori alla sanità delle regioni, Luigi Icardi,

chiede che «il tavolo lavori in fretta per fugare tutte le incertezze». Anche per l'assessore alla sanità del Lazio Alessio D'Amato su Astrazeneca «occorre una parola definitiva da parte di Aifa e del Ministero della Salute».

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