Renzi porta a casa l'Italicum: si allarga il fronte del "no"

Ok alla Camera con 334 voti. Il premier vince la partita ma i no sono 61. Boschi esulta. Bersani: "Dissenso ampio"

Renzi porta a casa l'Italicum: si allarga il fronte del "no"

L'Italicum adesso è legge. Apparentemente Matteo Renzi ha vinto la sua partita. Ma il durissimo scontro con la minoranza Pd non è finito. L'ultimo scrutinio è stato segreto. La richiesta è arrivata da Forza Italia, Lega e Fdi. Tutti i gruppi di opposizione non hanno partecipato al voto tranne alcuni deputati rimasti nell'emiciclo che hanno dichiarato il loro "no". Così dati alla mano la spaccatura dentro il Pd è ben più grave di quanto il premier possa lasciare intendere. "Se in 38 arrivano a non votare la fiducia, è chiaro che l'area del dissenso sull'Italicum è molto significativa", ha affermato l'ex capogruppo del Pd Roberto Speranza che però insiste sul "punto politico" emerso dalle votazioni sulla legge elettorale, e cioè che "stiamo cambiando l'architettura del paese su un terreno molto stretto, con meno voti della sola maggioranza: è dall'inizio che lo dico a Renzi e su questo non ho ancora avuto risposta". A rincarare la dose arriva anche Pier Luigi Bersani: "Sessantuno voti contrari all'Italicum sono un "dissenso abbastanza ampio", secondo Pier Luigi Bersani.

L'ex leader Pd lo dice ai giornalisti dopo il voto sulla riforma elettorale: "Sessantuno voti contrari mi sembrano un dissenso abbastanza ampio. C'è un dato politico di cui bisognerà tenere conto". Ma quando i giornalisti gli chiedono cosa accadrà ora, l'ex segretario risponde: "Cosa fatta, capo ha...".

Anche Pippo Civati ha bocciato la riforma della legge elettorale: "Voto no all'Italicum per il precorso complessivo seguito, nel merito e nel metodo. Ci troviamo di fronte ad un Porcellum con le ali". E a SkyTg24 si è detto pronto a creare un nuovo gruppo. "Non sosterrò più il governo".

Insomma a quanto pare la partita per il premier tra

le mura del Nazareno non è chiusa. E di certo la minoranza farà di tutto per mettere in crisi il premier. La sfida sull'Italicum è il campanello di allarme di un dissenso che non si può mettere a tacere a colpi di fiducia.

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