"Vive di rabbia emotiva, ha intuizioni sfolgoranti". Renzi sferza Letta

Il leader di Italia Viva attacca il segretario del Pd: "Ha tanto rancore personale. Rompendo l'alleanza pensava di farci un danno e invece ci ha fatto un favore"

"Vive di rabbia emotiva, ha intuizioni sfolgoranti". Renzi sferza Letta

Non si placano gli scontri a distanza tra Enrico Letta e Matteo Renzi, arrivati di nuovo ai ferri corti dopo il fallimento dell'utopia del campo largo. La speranza di un nuovo Ulivo 2.0 aveva congelato momentaneamente i dissapori, ma poi i personalismi sono emersi ancora una volta e ormai le punzecchiature sono all'ordine del giorno. Le accuse sono reciproche: il primo sostiene che un voto al Terzo Polo corrisponde a un sostegno a Giorgia Meloni, il secondo rinfaccia una campagna elettorale fallimentare e sgangherata.

Renzi attacca Letta

Renzi, intervistato da La Stampa, è uscito di nuovo allo scoperto per mettere nel mirino Letta: nello specifico ha rivolto delle critiche alla strategia e alla linea politica adottate dal Partito democratico, sottolineando che le mosse non stanno affatto pagando. "È Enrico Letta che vive di rabbia emotiva. E ha talmente tanto rancore personale che ha preferito rompere l'alleanza con Italia Viva pensando di farci un danno. In realtà ci ha fatto un favore", ha fatto notare l'ex sindaco di Firenze.

Il leader di Italia Viva ha inoltre bocciato l'appello disperato di Letta al voto utile: "È l'ennesima sfolgorante intuizione". Che fa compagnia ad altre genialate come gli occhi di tigre, la tassa di successione, l'ammiccamento al Movimento 5 Stelle, all'allarme democratico in caso di vittoria di centrodestra. Il segretario del Pd ha accumulato un errore dietro l'altro. "Il voto è sempre utile quando ci sono quattro schieramenti: dire il contrario è una falsità", ha risposto Renzi alla tesi di Letta.

Il "piano Draghi"

Il Terzo Polo guidato da Carlo Calenda si è posto un obiettivo ben preciso in termini di percentuale per incrociare le dita e sperare in quello che reputano un miracolo politico: l'asse tra Italia Viva e Azione auspica di arrivare al 10-12% per tentare di far restare Mario Draghi a Palazzo Chigi. Ci sarebbe ovviamente da verificare l'eventuale disponibilità da parte dell'attuale presidente del Consiglio, ma Renzi si è detto convinto che accetterebbe "ove si creassero le condizioni e Mattarella glielo proponesse".

L'ex sindaco di Firenze ha ribadito che la speranza è quella di superare la soglia del 10% per giocare un ruolo decisivo in Parlamento e per contribuire alla nascita di un governo "serio e istituzionale". Renzi, in merito alle indiscrezioni e a certe previsioni emerse di recente, ha escluso sponde a un esecutivo guidato da Giorgia Meloni: "Se facciamo meno del 10% al governo ci va la Meloni e noi faremo un'opposizione civile ma rigorosa. Se ci sarà un governo istituzionale guidato da Draghi, voteremo la fiducia".

La profezia sulla Meloni

Nei giorni scorsi Renzi ha lanciato una sorta di allarme all'indirizzo della presidente di Fratelli d'Italia, avvertendola che lui ogni due anni fa cadere un governo.

Il leader di Italia Viva ha specificato che si trattava di una "battuta scherzosa" che però esprime un concetto profondo: "In Italia i governi si fanno in Parlamento". Certo, ma ricordiamo che il Parlamento deve rispettare la volontà degli italiani e non privilegiare i giochi di palazzo a suo uso e consumo.

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