Renzi: "L'Ue ci riconosce la flessibilità"

Nelle prossime ore, dice il premier, ci sarà "lo scambio di missive tra la Commissione e il ministro Padoan, e potremo vedere riconosciuto questo elemento di flessibilità che vale diversi soldi"

Renzi: "L'Ue ci riconosce la flessibilità"

In visita all'Aquila per la firma del Masterplan per l’Abruzzo, Matteo Renzi si sofferma su vari temi politici. E fa un annuncio importante: "Nelle prossime ore uscirà lo scambio di missive tra la commissione Ue e il ministro Padoan, che ha fatto un lavoro straordinario, e potremo vedere riconosciuto l’elemento della flessibilità". Renzi esulta: obiettivo centrato. Ma dimentica che il debito pubblico italiano è alle stelle. Quello registrato a maggio è un nuovo record: 2.228,7 miliardi di euro.

Vediamo cosa dice la Commissione Ue: via libera per l’Italia ad una flessibilità pari a 0,85% per il 2016 (pari a 14 miliardi) ma ricorda che il Paese, come prevedono le regole, dovrebbe fare uno sforzo superiore allo 0,5% nel 2017 e 2018. Secondo quanti si è appreso da fonti Ue, nella lettera inviata da Bruxelles a Roma, inoltre, si chiede all’Italia di impegnarsi ad evitare una deviazione significativa da questo obiettivo, da verificare in autunno.

A stretto giro di posta arriva la replica di Renato Brunetta: "Il nulla osta atteso da parte della Commissione europea al piano dei conti presentato dal governo sarà solo una vittoria di Pirro per Renzi. Il nostro vanitoso premier crederà che l’Europa è disposta ad accettare il suo deficit spending, mentre la verità è che si prepara ad attaccarlo in modo decisivo a ottobre, quando i nodi verranno al pettine e gli italiani dovranno subire una maxi manovra da 40-50 miliardi di euro per corregge il mancato rispetto delle regole fissate nei trattati europei. Ci sono già le prime sirene che evocano un possibile arrivo della Troika il prossimo anno, per commissariare l’Italia".

Ma torniamo al presidente del Consiglio, che all'Aquila si è soffermato anche su altri temi, a partire dagli Stati Uniti. "Sullo scenario internazionale stiamo vivendo un tempo particolarissimo: se il 25 agosto scorso nella mia visita all’Aquila mi avessero detto che alle elezioni americane si sarebbe manifestato un fenomeno come Trump non avrei scommesso un euro". E prosegue: "Si sta affermando il tempo della paura e non del coraggio. Anche in Europa - osserva - sta succedendo qualcosa di non prevedibile, infatti se mi avessero detto che alle elezioni austriache Popolari e Socialisti fossero arrivati quarto e quinti non avrei scommesso un euro".

Ma di quali "paure" parla il premier? Europa dei muri, delle barriere, dei confini controllati dalla polizia e dall'esercito. "E' un dato di fatto che sta entrando sempre di più in Europa, è il tempo della paura dell'altro. Il tempo in cui è più facile essere creduti se suscitiamo un sentimento di preoccupazione, anzichè di speranza". "La migliore alleata della paura - continua il presidente del Consiglio - è la sfiducia nei confronti della classe dirigente e chi costantemente spara contro la classe dirigente del Paese non si rende conto che sta minando se stesso".

Il presidente del Consiglio torna poi su un tema a lui molto caro, il referendum che dovrà confermare la riforma costituzionale.

"E' una cosa bellissima, la gente dirà sì o no e rispetteremo il volere del popolo italiano". Il premier sottolinea poi che l'alternativa è fra due modelli diversi: o un Paese più semplice o chi si accontenta del modello di adesso con due Camere: "Se la gente vuole la politica degli inciuci se la tenga".

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