Matteo Renzi, ex segretario del Pd ora leader di Italia viva, spariglia nuovamente. Va all'attacco del reddito di cittadinanza e si dice tentato dal votare i 6 quesiti referendari sulla giustizia: «Molti dei quesiti mi intrigano molto, valuto di andare a un banchetto dei Radicali, non della Lega, e firmare». E da un referendum all'altro, l'ex premier è pronto anche a lanciarne uno per abrogare il reddito di cittadinanza. «Nel 2022 - annuncia in collegamento con il convegno che i giovani di Confindustria organizzano ogni estate a Genova -, dopo l'elezione del presidente della Repubblica, partiremo per una raccolta di firme per un referendum abrogativo del reddito di cittadinanza». L'intenzione è di abbattere quello che appare come l'ultimo totem del Movimento cinque stelle, partito senza leader, incapace di imporre la sua forza parlamentare e in picchiata nelle intenzioni di voto rilevate dai sondaggi.
Tra un'ospitata all'Aria che tira (la trasmissione mattutina de La7), un post su Facebook dedicato al tennista Matteo Berrettini finalista a Wimbledon («sta scrivendo la storia») e la consueta newletter del venerdì nella quale stranamente dileggia un avversario politico (Alfonso Bonafede), il leader di Iv annuncia la sua prossima battaglia pedagogica: far decidere agli italiani se il sussidio promosso dal governo Conte I (M5s-Lega) e poi sempre rifinanziato «è diseducativo oppure va mantenuto». «Io non voglio - ha motivato Renzi ai giovani imprenditori iscritti a Confindustria - che in Italia continui a esserci uno strumento con cui si educano i giovani a vivere di sussidi e non di sudore». Non senza prima aver affermato, con un po' di ostentata autoironia, «chi di referendum perisce, di referendum ferisce».
Le reazioni non si sono fatte attendere. Fra le primissime, naturalmente, quelle dei grillini. Per Maria Pallini, deputata M5s, Renzi «non riesce a essere in sintonia con le esigenze concrete del Paese». A ruota, come logica vuole, quella di Fratelli d'Italia, partito che fa opposizione al governo e da sempre contrario al sussidio. «Mi domando - ha dichiarato Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fdi alla Camera - se sia lo stesso Renzi che è in maggioranza con i Cinquestelle per sostenere il governo che ha nuovamente stanziato soldi per questa assurda misura». E poi quella di Leu, l'ala sinistra della maggioranza per la quale l'ex premier è fumo negli occhi. Per Francesco Laforgia, «con una disoccupazione giovanile superiore al 30% e con una povertà dilagante», per i giovani Renzi mostra solo disprezzo.
Insomma, Renzi appare sempre più intenzionato a stare al centro della scena e dettare l'agenda.
E in serata, ospite di In Onda, nuovo affondo su giustizia e carceri: «Il caos del
Dap lo ha fatto un dirigente non all'altezza, molto amico dei Cinquestelle e soprattutto molto amico di Roberto Speranza, che è stato messo lì dai Cinquestelle come premio per aver attaccato il mio governo su Tempa rossa».
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