Rete imprese, gli artigiani verso l'addio

Confartigianato ormai a un passo dall'uscita, verdetto atteso domani

Rete imprese, gli artigiani verso l'addio

La voce circolava da qualche giorno. Un po' di stanchezza oppure un altro passo verso la fine naturale di un esperimento, Rete imprese Italia, che era nato in un preciso momento storico con un evento simbolo di rottura (il «Patto del Capranica» dell'ottobre 2006 con la quale Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti dissero «no» alle scelte fiscali del governo Prodi poco favorevoli alle Pmi), ma oggi stenta a ricavarsi un ruolo.

Adesso un pezzo importante del soggetto di coordinamento delle piccole imprese, Confartigianato, potrebbe separarsi da Rete imprese Italia, scegliendo di rappresentare da sola gli interessi degli associati.

La decisione non è stata ancora presa ufficialmente. Nessun commento dalla confederazione guidata da Giorgio Merletti. Ma in molti indicano nell'ufficio di presidenza in programma domani l'appuntamento chiave per l'uscita della principale associazione degli artigiani dalla Rete delle Pmi, che in passato era anche stata interpretata come il primo passo per la costruzione di una unica organizzazione del commercio, del terziario e degli artigiani. Una sorta di Confindustria dei piccoli che poi, in termini di numeri, avrebbe rappresentato la spina dorsale del Paese; due milioni di imprese iscritte, 14 milioni di addetti e 800 miliardi di valore aggiunto.

Le ultime uscite di Rete imprese Italia riguardano l'attuazione delle misure del governo (un accordo con Abi per estendere le moratorie sui finanziamenti), ma già da mesi - racconta una fonte sindacale - ai tavoli si presentano i leader delle singole confederazioni.

Confartigianato aveva fatto capire già da un po' che il modello della Rete non è più adeguato. Nel tempo ci sono stati screzi con l'altra confederazione degli artigiani, la Cna. Ma ora la crisi sembra più profonda. Ed è possibile che si estenda anche agli altri quattro «soci».

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