Rfi e la tavoletta sotto la rotaia: "Mai usati spessori in legno"

La società si dissocia. I sindacalisti: utilizzate spesso, non pericolose. Ma per la Procura non è la causa del disastro

Rfi e la tavoletta sotto la rotaia: "Mai usati spessori in legno"

La tavoletta in legno proprio sotto la giuntura del binario da cui si è staccato un pezzo di metallo e da cui avrebbe avuto origine il disastro ferroviario di Pioltello non è stata messa da un manutentore di Rfi. O almeno non su ordine della società che gestisce la rete. «L'utilizzo di spessori in legno non è previsto dalle normative tecniche e dai nostri protocolli operativi», sottolinea Rfi. L'asse nel «punto zero» comunque c'era, è ben visibile nelle foto pubblicate in questi giorni. Ma ha causato il deragliamento? «Ho i miei dubbi - interviene Adriano Coscia, segretario regionale dell'Orsa - Queste tavolette vengono utilizzate abbastanza spesso, se ne vedono decine lungo i binari. Non sono pericolose».

Per i tecnici dunque sarebbe una consuetudine - magari non codificata nei protocolli - ricorrere a tali «rattoppi», che rattoppi non sono. «Sono convinto che non sia questa la causa dell'incidente - continua Coscia -, potrebbe essere una delle concause ma non il fattore principale. Le tavolette non sono una novità. Vengono usate per ammortizzare il binario, in corrispondenza dei giunti, per far sì che sia troppo sollecitato dal treno in transito. Non hanno mai creato problemi. Piuttosto l'elemento che potrebbe rivelarsi decisivo resta il pezzo di rotaia volato via. Occorre considerare che la ruota della carrozza ha un diametro di 90 centimetri, l'effetto del rotolamento è di 60 centimetri e qui ne mancavano 23: più di un terzo».

Anche alcune fonti della Procura, che ha aperto un fascicolo per disastro ferroviario colposo, spiegano che l'asse è stata notata al primo sopralluogo. Tuttavia non avrebbe destato particolare attenzione negli esperti. Sotto la lente ci sono, insieme alla tavoletta e al metallo danneggiato, altri elementi: la mancanza di un bullone, di due dei quattro perni che fissano la cosiddetta «piastra di giunzione», una traversina distrutta e le condizioni del carrello del terzo vagone, il primo a deragliare dove si trovavano le tre donne rimaste uccise. La super perizia disposta dalla Procura dovrà valutare tutto e stabilire eventuali carenze nella manutenzione.

Da parte sua Rfi aggiunge che «le attività manutentive devono essere eseguite secondo procedure e metodologie operative di lavoro codificate all'interno del Sistema di gestione della sicurezza di Rfi, complesso di regole interne emanate in accordo alla normativa tecnica di settore, al quadro normativo italiano di sicurezza ferroviaria e dotato di certificazione di parte terza sia volontaria che obbligatoria». Non solo: «Nell'ambito del miglioramento continuo dei livelli di sicurezza e delle prestazioni, l'utilizzo del legno, materiale che ha accompagnato la storia delle ferrovie fin dalla nascita e che tuttora viene utilizzato in tantissime linee di reti ferroviarie nel mondo, è stato sostanzialmente abbandonato in Italia e limitato a pochissimi casi comunque codificati».

All'inizio della prossima settimana il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti faranno le prime iscrizioni sul registro degli indagati di manager e tecnici di Rfi e Trenord, come atto dovuto e per consentire ai loro legali e ai loro consulenti di partecipare agli accertamenti. I vagoni del regionale Cremona-Milano verranno presto rimossi e portati in un hangar per le verifiche del Nucleo operativo incidenti ferroviari (Noif) della Polfer.

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