Allarme rosso e dito puntato. Walter Ricciardi, il super consigliere del ministro Speranza va giù pesante, il Covid avanza come un'esplosione, l'Italia per ora fa cifre meno drammatiche dei suoi vicini europei ma siamo al limite. «Siamo su una lama di rasoio. Le Regioni hanno dormito», attacca Ricciardi. «Se non interveniamo subito tra due o tre settimane rischiamo di ritrovarci come in Francia, Spagna e Gran Bretagna. Vogliamo e dobbiamo evitare un lockdown nazionale e anche i lockdown locali. Per farlo dobbiamo limitare la circolazione del virus». Il consigliere del ministro e professore ordinario di Igiene all'Università Cattolica, teme insomma che la seconda ondata ci prenda dritta in faccia. «Se non rinforziamo l'attività di testing con uomini e tamponi, se non attrezziamo i servizi sanitari in vista dell'influenza siamo nei guai. Ma bisognava aver già allestito Pronto soccorso dedicati e prevedere percorsi separati dentro gli ospedali. Molte regioni però si sono addormentate e si è fatto poco o nulla. Ora con i ricoveri per influenza negli ospedali si rischia il caos».
Responsabilità e competenze, il solito vecchio adagio all'italiana, il potere di decidere, la responsabilità da prendere, fino ad arrivare all'inevitabile scaricabarile. Copioni ormai purtroppo già visti. Anche sul Covid. «Alcune regioni funzionano malissimo anche in tempo di pace», ha insistito. Immediata la reazione di alcuni governatori che si sono sentiti punti sul vivo. «Parole offensive e molto lontane dalla realtà», ha ribadito il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. Il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti ha spiegato: «Ritengo opportuno che alle regioni sia lasciata la facoltà di emettere ordinanze proprie. Vedremo quali saranno le misure, ma è importante non dare limitazioni al potere delle regioni. Ci siamo già dichiarati contrari a ogni ipotesi di limitazione di orari per bar e esercizi commerciali o chiusura degli stessi». Il ministro Speranza preferisce buttare acqua sul fuoco e ha intanto lodato la disponibilità delle Regioni. Una buona notizia, ha detto durante la riunione indetta ieri con il ministro Francesco Boccia e i governatori sulle misure per il Coronavirus «la disponibilità dei medici di base per fare test rapidi antigeni». Nel corso del tavolo tra i ministri Francesco Boccia, Roberto Speranza, le Regioni, l'Anci e l'Upi, il responsabile degli Affari regionali avrebbe richiamato «la necessità dell'unità massima, così come fatto nella fase più critica» sella lotta al Covid. Boccia ha invitato alla «leale collaborazione e l'unità tra Stato, regioni enti locali».
Oggi dopo il confronto parlamentare sulla proroga dello stato di emergenza e le misure correlate,
verrà riconvocato il tavolo per approfondire i contenuti del Dpcm legato al nuovo decreto legge che andrà in Cdm, hanno spiegato i membri di governo durante l'incontro, per la proroga dello stato d'emergenza al 31 gennaio.
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