Riforme, il governo battuto in commissione alla Camera

Passano due emendamenti che eliminano i senatori a vita: così i tempi potrebbero allungarsi

Riforme, il governo battuto in commissione alla Camera

Nel giorno in cui il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker chiede all'Italia un'accelerazione sulle riforme, alla Camera il governo Renzi viene battuto su un emendamento al ddl sul nuovo Senato.

È stata approvata in commissione Affari Costituzionali con 22 voti favorevoli e 20 contrari, infatti, la norma secondo la quale il futuro Senato dei 100 non avrà al suo interno senatori a vita nominati dal Presidente della Repubblica. Modifica proposta da due emendamenti, uno della minoranza Pd e uno di Sel, sui quali il governo aveva espresso parere contrario. È passato inoltre un emendamento simile proposto da Sel. A Palazzo Madama siederanno quindi solo 100 persone tra consiglieri regionali e sindaci.

Determinante per il voto è stato il deputato di Forza Italia Maurizio Bianconi, che ha votato a favore in disaccordo con il suo gruppo. Senza di lui, infatti, i voti sarebbero stati pari e avrebbe prevalso il voto contrario.

Solo un fatto tecnico, si affretta a precisare la minoranza Pd. Resta il fatto che a caura di questa modifica il testo della riforma portrebbe tornare all'esame del Senato. "Erano emendamenti tecnici su cui c’era una larghissima condivisione", spiega Alfredo D’Attorre (Pd), "Non si capisce perché il governo ha dato parere negativo.

Quanto è successo conferma che sui punti centrali della riforma la Commissione deve decidere. C’è l’impegno di tutti nel Pd a non toccare i pilastri della riforma, ma deve prevalere la discussione in commissione".

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