Le riforme sono al palo e il premier ne è consapevole. Probabilmente neanche lui si aspettava un percorso così pieno di ostacoli e di ostracismi. E così, Matteo Renzi scrive una lettera ai senatori esortandoli a deporre l'ascia di guerra. "C’è chi vuole bloccare tutto. E c’è chi vuole cambiare, iniziando da se stesso. Dalla vostra capacità di tenuta dipende molto del futuro dell’Italia. Siamo chiamati a una grande responsabilità: non la sprecheremo", scrive il presidente del Consiglio ai senatori aggiungendo che "con il vostro sostegno garantite la fiducia e la maggioranza al governo".
Sulla legge elettorale, scrive il capo del governo nella missiva, "abbiamo convenuto circa i punti fondamentali: chiarezza del vincitore, premio di maggioranza proporzionato, principio dell’alternanza ma la discussione del Senato consentirà di affrontare i nodi ancora aperti: preferenze, soglie, genere".
Per il premier, "solo le riforme strutturali ci consentiranno di essere credibili per usare la flessibilità necessaria a far ripartire l’occupazione e la crescita. Abbiamo mille giorni per riportare l’Italia a fare l’Italia. Dopo ognuno farà le proprie scelte in libertà e rispetto. Stiamo realizzando un’impresa, una legislatura nata con difficoltà può segnare una svolta nella storia repubblicana".
Una risposta all'appello renziano è arrivata da Sel. "La maggioranza cominci a ritirare la tagliola. Non può chiedere solo a noi il passo indietro", ha affermato, in una intervista a Repubblica, la senatrice Loredana De Petris, capogruppo di Sel, aggiungendo: "Renzi ci dia un segnale, ma reale, di disponibilità al confronto sulla
538em;">riforma, e noi di Sel siamo pronti a ragionare. Al presidente del Consiglio piace fare il coatto, come si dice a Roma. Il bullo. Ma l’esibizione muscolare non porta da nessuna parte".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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