Tamponi e mascherine fanno litigare presidente della Lombardia Attilio Fontana e il governo. Tutto nasce da un attacco frontale che il sindaco di Milano Beppe Sala ha rivolto proprio all'indirizzo del governatore: sì, perché il primo cittadino meneghino se l'è voluta prendere con il leghista, chiedendogli lumi sui ritardi e sulle mancanze di mascherine e tamponi. Come se le responsabilità non fossero da andare a cercare, in primis, in quel di Roma.
Ecco, l'inquilino di Palazzo Marino ha ricevuto in risposta i chiarimenti del numero uno lombardo, che ha puntato il dito anche contro la Protezione civile a livello nazionale: "Per quanto concerne mascherine e gli altri presidi siamo stati e continueremo ad essere i primi a segnalare il fatto che la Protezione civile nazionale, cui spetta il compito di gestire l'emergenza e garantire questi materiali, sia per buona parte inadempiente". Dunque, l'esponente del Carroccio se l'è presa con il governo e la farraginosa macchina burocratica del Paese: "La burocrazia di Roma ci impedisce di utilizzare le mascherine prodotte in Lombardia già ritenute conformi dal Politecnico di Milano".
Ma non è finita qui. Fontana, infatti, replica anche a un'altra accusa mossagli da Sala, che lo voleva attaccare sul fronte delle cosiddette Rsa, ovvero le Residenze sanitarie assistenziali: "Per le Rsa valgono le stesse considerazioni con l’aggiunta che, voglio ricordare al sindaco Sala e agli altri, le stesse o sono private o comunali. Noi, per quanto possibile, siamo intervenuti e interveniamo. Spero che anche i Comuni abbiano incalzato i gestori e il governo per dotarli di quanto necessario per metterle in sicurezza". E qui, il leghista, smaschera Sala e governo:"Queste cose i sindaci le conoscono da settimane. Fingono di ignorarle evidentemente per calcolo politico. Noi non possiamo perdere continuamente tempo e sottrarlo alla attività prioritaria che è il contrasto al virus e la tutela della salute dei cittadini", le sue parole riportare dal Corriere della Sera.
"È passato ormai quasi un mese e mezzo dall’inizio dell’epidemia e sostanzialmente da Roma stiamo ricevendo delle briciole. Se noi non ci fossimo dati da fare autonomamente, avremmo chiuso gli ospedali dopo due giorni", così il governatore lombardo inchioda ulteriormente i giallorossi alle loro responsabilità, intervistato da Radio Padania.
E alle sue parole è arrivata la replica a stretto giro di Francesco Boccia, ministro in quota Pd per gli Affari regionali e le Autonomie. Ospite in collegamento con il salotto televisivo de L’Aria che Tira su La7, il dem ha commentato così l’uscita di Fontana: "Non ho voglia e tempo di fare polemiche, lo Stato sta facendo di tutto. Fontana sa benissimo che mentre parliamo è atterrato l’ennesimo aereo della Guardia di Finanza.
Se ci fosse dall’alto una grande telecamera si vedrebbero in Italia in giro solo mezzi militari, scaricano materiali che lo Stato acquista in tutto il mondo per le Regioni, specie per la Lombardia. E tutto è online nel dettaglio su siti di Protezione civile e dei ministeri". Ancora scintille, insomma, tra Fontana e il Conte-bis.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.