La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Sostegni è in dirittura d'arrivo. Imprese e partite Iva stanno già pensando a come accedere ai ristori che valgono 11 miliardi e si distribuiranno tra una platea di circa 3 milioni di soggetti. I contributi a fondo perduto arriveranno direttamente sul conto corrente, ma non sono previsti automatismi e, pertanto come in occasione dei precedenti provvedimenti del governo Conte, bisognerà presentare istanza su un'apposita piattaforma progettata da Sogei e gestita dalle Entrate.
Il contribuente dovrà inserire i dati nel sistema e già nella ricevuta di presentazione della domanda sarà specificata l'entità dell'aiuto. L'erogazione dovrebbe avvenire in circa 10 giorni e, pertanto, i primi aiuti saranno dispensati nella prima decade di aprile se le norme di attuazione saranno emanate celermente. Tre giorni sono i tempi tecnici per il trasferimento bancario, gli altri serviranno all'Agenzia delle Entrate per controllare la veridicità delle istanze, a partire dalla coincidenza tra Iban e partita Iva e, soprattutto, la quantificazione della perdita di ricavi. Saranno, infatti, esclusi soggetti con fatturato 2019 superiore a 10 milioni, mentre l'entità del ristoro non potrà superare i 150mila euro e non sarà inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche (2mila per quelle giuridiche). A titolo di esempio, un parrucchiere che nel 2019 abbia fatturato 50mila euro e nel 2020 causa lock down ne abbia incamerati 30mila (-40% annuo) potrà accedere al ristoro. Essendo nella fascia di ricavi inferiore a 100mila euro, riceverà il 60% della perdita media mensile annua. I 20mila euro in meno di ricavi corrispondono a 1.666,67 euro di perdita media mensile e il contributo a fondo perduto sarà di 1.000 euro, cioè il 5% della perdita annua.
Ecco perché con il prossimo scostamento di bilancio, che dovrebbe attestarsi a 20 miliardi, si sta pensando di rafforzare ulteriormente la misura. Fdi dall'opposizione e il centrodestra in maggioranza insistono affinché le risorse siano rimpinguate fermando il cashback che vale circa 5 miliardi di euro. In alternativa, si sollecita una rottamazione-quater per dare respiro a coloro che non potranno far fronte al pagamento delle cartelle esattoriali 2019-2020 e che non rientrano nello stralcio previsto dal dl Sostegni (fino a 5mila euro di debiti per gli anni 2000-2010).
Ma ci sono anche altre emergenze, a partire da quella occupazionale. Istat e ministero del Lavoro ieri hanno reso noto che l'occupazione misurata in unità di lavoro equivalenti a tempo pieno nel quarto trimestre 2020 è diminuito sia sotto il profilo congiunturale (-1,7%) sia su base annua (-7,3%), evidenziando una dinamica peggiore di quella del Pil. Il decreto sostegni interviene con il rifinanziamento degli ammortizzatori straordinari per circa 6 miliardi di euro, di cui 4,9 per cassa integrazione ordinaria e in deroga e fondi di solidarietà alternativi. In pratica, con queste risorse si sposta al 30 giugno il blocco dei licenziamenti, ma la partita non si chiude qui.
A fine anno scadrà quota 100 e quindi le opportunità di nuova occupazione potrebbero essere ancor più limitate.
«Discuteremo su come affrontare questo passaggio», ha spiegato ieri il ministro del Lavoro Andrea Orlando, sottolineando che la priorità attuale è «la riforma degli ammortizzatori sociali e un piano d'accordo con le Regioni per il lavoro, poi ci confronteremo sul resto». Il ridisegno dell'assicurazione contro la disoccupazione, infatti, sarà il driver per consentire al mercato del lavoro di muoversi in libertà.
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