Ma la rivoluzione curvy non è finita

Potremo parlare di "Curvy Revolution" solo quando la presenza di una donna del genere nel più celebre annuario del mondo non farà più notizia

Ma la rivoluzione curvy non è finita

È l'ultima forma di apartheid ammessa e addirittura incoraggiata in questa nostra società fintamente civile. Se usi la parola «negro» per un nero ti guardano tutti malissimo perché si tratta di «hate speech», qualcosa che incita all'odio e alla discriminazione razziale. Invece sui mille epiteti usati per indicare le persone sovrappeso (il più comune è «cicciona/e») nessuno osa recriminare anche se di fatto possono scatenare cose tremende compresa l'anoressia che è la prima causa di morte tra gli adolescenti. Con Lucia Serlenga, amica e coautrice da una vita, siamo partite proprio da qui per scrivere Curvy, il lato glamour delle rotondità manuale di self help per tutte quelle donne - il 33/35% delle italiane secondo l'Eurisko, quasi il doppio per le americane secondo l'Oms - che superano allegramente la «taglia della vergogna»: 46 da noi, 44 in Francia e 12 negli Usa. «Curvy non è solo un modo anglochic per dire culona» ci siamo urlate contro al primo incontro di scrittura e poi lei che è curvy nella testa, ma fisicamente oscilla tra la 40 tutto l'anno e la 42 dopo Natale, ha definito volgare pure quell'accrescitivo. La discussione si è spenta grazie al professor Giuliano Enzi che nel libro Grasso è bello? Aspetti antropologici, storici, culturali e sociali dell'obesità racconta il fascino sempiterno delle Veneri Callipige, termine greco traducibile con «belle chiappe». Probabilmente Kim Kardashian non sa niente di questa interessante teoria, ma senza dubbio l'ha messa in pratica alla grande.

Non è la sola. Ci sono cantanti come Beth Ditto oppure Adele, attrici tipo Christina Hendricks ( Mad Man ), Sara Ramirez ( Grey's Anatomy ), Jennifer Hudson (Dreamgirl ) per non parlare dell'archistar Zaha Hadid e della potentissima anchor woman Orpah Winfrey al centro di una vera e propria rivoluzione in curva. Mancavano finora le top model tolta la luminosa eccezione di Crystal Renn e poche altre burrose bellezze perennemente fotografate in lingerie perché sembra che le curvy non si possano vestire: secondo stilisti e fotografi passano la vita in un boudoir ad aspettare l'amante di turno.

Candice Huffine, indiscussa regina del calendario Pirelli 2015, è di un altro pianeta: bella da fermare un orologio anche quando avvolge i suoi 96 centimetri di seno e 106 di fianchi in normalissimi abiti. Ma di sicuro potremo parlare di «Curvy Revolution» solo quando la presenza di una donna del genere nel più celebre annuario del mondo non farà più notizia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica