Roma affonda nel degrado, ma tutti scaricano le colpe

Il sindaco di Roma e il ministro dell'Interno gioca al rimpallo delle responsabilità. Intanto la protesta a Tor Sapienza è già scoppiata e in un'altra zona, quella dell'Infernetto, rischia di esploderne un'altra

Roma affonda nel degrado, ma tutti scaricano le colpe

"Sono assolutamente d’accordo con i cittadini di Tor Sapienza. Chi non rispetta le leggi del nostro paese deve essere allontanato. Questa non è una svolta di polizia, è legalità". Lo ha detto il sindaco di Roma, Ignazio Marino, intervenendo in diretta su Rai Tre. "Il palazzo del centro per gli immigrati è diventato l’emblema del disagio della popolazione. Gli operatori non sanno gestire il centro, gli immigrati lanciano sedie e tavoli dalle finestre perché il mangiare non gli è gradito. Siamo accerchiati anche da campi Rom e centri sociali", ha tuonato in un confronto col primo cittadino, Marina Brasiello, abitante di Tor Sapienza e responsabile dell’associazione "Famiglia C’e".

Brasiello ha riferito che il marito, pensionato, è stato guardia del corpo di Enrico Berlinguer e di altri importanti dirigenti del Partito comunista italiano. "Posso io mai essere razzista?", ha chiesto a Marino. "È un disagio grande per una donna vivere a Tor Sapienza, non siamo più al sicuro, per portare mia figlia dalle amiche la deve accompagnare mio marito, mia madre a fare spesa la accompagno io, la sera prima del tentato stupro a una donna (episodio che ha scatenato la protesta violenta, ndr) alcuni extracomunitari hanno tentato di occupare le case degli anziani soli. Noi ci occupiamo di non violenza, le pare possiamo essere razzisti? Ci siamo uniti, ci siamo integrati con altre etnie, albanesi, romeni, ma così le cose non funzionano".

Nel quartiere di Tor Sapienza "il problema sicurezza esiste", e non a caso nei prossimi giorni il Comune di Roma consegnerà ai carabinieri l’ex scuola di via Appiani perché abbia lì una sede operativa, ha assicurato Marino. Che poi però ha ammesso: "Noi non possiamo continuare con l’accoglienza in queste proporzioni e con questi numeri, è impossibile: nel Lazio accogliamo quasi il 22% di tutti gli immigrati, e di questi il 90% arriva a Roma. È possibile che a Roma noi dobbiamo avere uno su cinque di tutti gli immigrati che vengono in Italia?".

Marino ha poi puntato il dito contro il Viminale. "Il caso Tor Sapienza è il risultato di 12 anni di gestione sbagliata del progetto di accoglienza elaborato dal Viminale. Questa situazione non si è creata in un giorno, ma dal 2002 a ora. All’epoca c’erano un premier e un ministro dell’Interno, oggi ce ne sono altri", ha detto Marino in una intervista a La Stampa aggiungendo che "non è esclusiva responsabilità dei sindaci il fatto che i luoghi d’accoglienza si siano concentrati lì. Si tratta di decisioni prese di concerto con il programma del servizio protezione rifugiati del ministero dell’Interno".

Ma la risposta del ministero degli Interni è arrivata a stretto giro di posta. "Non ci sono stati esponenti del governo per le vie di Tor Sapienza perché il sindaco fa il sindaco, noi garantiamo la sicurezza attraverso le forze dell’ordine. Il sindaco di Roma è lui, punto e basta. Non c’è alcuna polemica personale, ma se la sbrighi lui con Roma, il suo partito e gli italiani", ha dichiarato Angelino Alfano.

E come se la situazione non fosse già compromessa, dopo Tor Sapienza l’Infernetto rischia di diventare un altro fronte caldo della Capitale. Il Comitato Difesa del X Municipio annuncia infatti una manifestazione per sabato 22 novembre alle 16 contro la decisione del Campidoglio di trasferire in una struttura di via Salorno, il centro alzheimer "Le Betulle", profughi minorenni già ospitati a via Morandi. "Portare gli immigrati di Tor Sapienza all’Infernetto non è la soluzione - si legge nella nota del Comitato - La politica scellerata di Mare Nostrum ed il fallimento del sindaco Marino hanno generato una vera e propria

538em;">emergenza sociale che non può e non deve essere scontata sulla pelle delle famiglie italiane, in un quartiere già abbandonato a sé stesso e al degrado. Invitiamo i cittadini, i comitati e le associazioni del territorio ad intervenire e partecipare".

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