"Chi non ha redditi e proprietà dobbiamo assisterlo, anche in case di edilizia pubblica". Sono le parole di Luigi Nieri, il vicesindaco di Roma che in questi giorni si trova a gestire la patata bollente dell'emergenza campi nomadi.
Gli ultimi fatti di cronaca, a partire dall'auto guidata dai due ragazzi rom che ha investito a morte una persona, hanno infatti costretto la giunta di Ignazio Marino a correre ai ripari, almeno a parole. Così stamattina, intervistato da Radio Anch'io, Nieri ha messo in chiaro le intenzioni del sindaco. Dopo essersi vantato di aver iniziato un'azione di "legalità nei campi rom, mandando via tutti quelli che hanno redditi alti e proprietà", ha sottolineato che il Comune non intende utilizzare "le ruspe di Salvini" per sgomberare i campi nomadi, ma piuttosto "puntare su un lavoro serio di integrazione e scolarizzazione". Un programma che parte dal rendere "stanziali" queste persone, che stanziali non vogliono essere.
L'idea di Marino è duenque quella di inserire i rom nelle liste di attesa, lunghissime, per ottenere una casa popolare. Non importa se ci sono centinaia di famiglie italiane in attesa di poterne ottenere una e che, quasi sicuramente, si vedranno scavalcati dai rom. I quali, come spesso accade, dichiarano un reddito praticamente nullo, scalando le speciali classifiche di chi ha più bisogno della casa.
Un'altra soluzione al vaglio della giunta Marino prevede invece la posibilità di concedere ai rom delle "aree per l'autorecupero urbano", zone definitivamente assegnate ai nomadi in cui potrebbero costruire abitazioni in autonomia. Ma non solo sembra difficile immaginare che le tengano in uno stato meno degradato di quanto non facciano ora con i campi abusivi, ma c'è anche una logica che discrimina i cittadini italiani. Gianni Alemanno, infatti, si è subito mostrato critico: "In questo modo la giunta Marino rischia di far esplodere la rabbia dei romani che non hanno casa e che non possono certo "autocostruirsi" un'abitazione come viene ipotizzato per i rom".
E in effetti tornano alla mente quelle famiglie
che ormai da giorni vivono nel primo "campo profughi per italiani". Famiglie bisognose che si sono viste preferire i migranti nell'assegnazione di un casale appena ristrutturato dal Comune. E che adesso potrebbero finire in coda anche ai rom.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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