Da Foggia a Torre Annunziata. Passando dal Veneto, da Trento, dalla provincia di Asti, da quella di Bari e dall'Umbria. Anche in questa seconda ondata a fare paura è la situazione all'interno delle residenze socio-assistenziali, dove il Covid ancora una volta sta dilagando. L'ultimo caso in ordine di tempo è quello della Fondazione Palena di Foggia. Qui sono risultati positivi al coronavirus tutti i 70 anziani presenti nella struttura, ai quali si aggiungono 28 dipendenti. Il focolaio sarebbe partito da un'operatrice risultata positiva a fine ottobre. Da quel momento il virus ci ha messo poco ad attecchire fra la popolazione fragile della Rsa pugliese. «La scorsa settimana sono decedute tre persone hanno raccontato alcuni parenti dei degenti - altre sono state ricoverate in ospedale». Gli anziani con sintomi più lievi vengono invece seguiti da quattro medici dell'Usca, l'unità speciale di continuità assistenziale, come ha fatto sapere la Asl di Foggia.
Mentre il ricordo delle stragi della prima ondata - con oltre un terzo dei decessi totali avvenuto proprio nelle case di riposo - è ancora vivo e doloroso, il Covid è tornato mettere in ginocchio le Rsa italiane. Anche nel virtuoso Veneto. Nella provincia di Padova sono più di metà le strutture che denunciano contagi: il virus sarebbe stato trovato in ameno 23 residenze, sulle 38 complessive. Mentre sarebbero almeno cento i casi accertati, fra degenti e dipendenti. Non va meglio nelle province di Treviso e Belluno. Un primo focolaio è stato scoperto in una Rsa di Povegliano, nel Trevigiano, dove sono risultate positive 19 persone fra ospiti e operatori. L'allarme è molto alto anche nella Rsa di Cortina d'Ampezzo, dove in pochi giorni sono saliti a 18 gli anziani risultati positivi. E con loro ci sono anche sei dipendenti.
Da Nord a Sud la situazione non cambia, come dimostra il caso della provincia di Napoli. Nella Regione inserita a sorpresa nella «zona gialla» si vive il dramma della casa-famiglia di Torre Annunziata. Due ospiti hanno già perso la vita a causa del Covid, mentre tutte le altre pazienti della struttura sono attualmente contagiate. «Le donne ospitate all'interno della casa di riposo sono tutte in età avanzata e con patologie pregresse spiega il sindaco Vincenzo Ascione -. La loro positività al Covid potrebbe provocare un ulteriore peggioramento delle condizioni di salute».
A fare paura è anche Trento, con l'Apsp Benedetti di Mori nella quale sono tre gli ospiti e quattro gli operatori attualmente positivi. Per il momento il focolaio è stato circoscritto, ma si teme che la situazione possa sfuggire di mano. Proprio come è avvenuto nella Casa di soggiorno per anziani San Giuseppe di Castelnuovo Don Bosco, in provincia di Asti. Qui si è registrata un'impennata di contagi in pochissimi giorni, con 82 ospiti e 20 operatori risultati positivi, in attesa che arrivi il risultato dei nuovi tamponi. Servono medici, infermieri e operatori assistenziali per affrontare l'emergenza e così dalla struttura è partita la richiesta di aiuto all'Unità di crisi della Regione Piemonte. Va male anche in provincia di Bari, precisamente nella Rsa di Altamura che conta un decesso e altri 38 anziani e nove operatori colpiti dal Covid.
E poi c'è il caso dell'Umbria, con 339 fra ospiti e dipendenti delle Rsa contagiati in tutta la Regione. A perdere la vita sono state già sei persone, mentre altre 29 sono in ospedale. E così anche questa volta le residenze per anziani del nostro Paese si dimostrano fragili ed esposte al virus.
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