Le dimissioni del giudice Enrico Tranfa "se dettate" da un "personale dissenso" per l’assoluzione di Silvio Berlusconi "non appaiono coerenti con le regole ordinamentali e deontologiche" che "impongono l’assoluto riserbo sulle dinamiche, fisiologiche, della formazione della decisione nella camera di consiglio dell’organo collegiale". A tuonare contro la toga è il presidente della Corte d’Appello di Milano Giovanni Canzio. Che poi ha aggiunto: "Le dimissioni del presidente Enrico Tranfa costituiscono senz’altro un gesto clamoroso e inedito". Canzio ha infine affermato che "ciò vale a maggiore ragione quando il processo sia stato celebrato, come nel caso concreto, in un clima di esemplare correttezza".
538em;">Intanto, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, Tranfa pare abbia motivato la sua decisione con queste parole: "Non me la sento di giudicare domani un marocchino in un modo diverso da quanto fatto con Berlusconi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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