Russiagate, il gran giurì è già al lavoro

Il procuratore Mueller non perde tempo. L'ira di Trump: «È una totale invenzione»

Russiagate,  il gran giurì è già al lavoro

New York Nuova svolta sul fronte del Russiagate: il procuratore speciale Robert Mueller ha convocato un gran giurì sull'inchiesta, che ha già iniziato ad emettere mandati di comparizione in riferimento all'incontro del 2016 fra il figlio di Donald Trump, Don Jr, e un gruppo di esponenti russi alla Trump Tower. A rivelarlo per primo il Wall Street Journal, citando fonti informate. «Questa storia sulla Russia è una totale invenzione, una scusa per la più grande sconfitta nella storia della politica americana», ha tuonato il Commander in Chief durante un comizio in West Virginia, ribadendo che si tratta solo di una truffa orchestrata dai democratici. «Non abbiamo vinto per merito di Mosca, ma per merito vostro», ha sottolineato, galvanizzando la platea dei suoi sostenitori. Poi, ha affermato che i membri dell'Asinello devono scegliere se proseguire con la loro «ossessione» oppure iniziare a fare gli interessi del popolo americano. E nel frattempo ha anche annunciato che il governatore dello stato, Jim Justice, eletto con i democratici, ha deciso di passare al partito repubblicano. E su Twitter: «Abbiamo vinto, andiamo avanti».

Il grand giurì, un tipo speciale di giuria allargata - con un massimo di 23 membri invece di 12, sempre estratti a sorte tra i cittadini - è previsto in alcuni ordinamenti di common law, ed è chiamato a stabilire se le prove raccolte sono sufficienti per iniziare un processo penale. Si tratta di uno strumento standard nelle indagini penali in America, che a meno di fughe di notizie dovrebbe operare per la gran parte in segreto. In pratica è un istituto analogo all'udienza preliminare prevista anche in Italia. Secondo diversi esperti legali la nomina della giuria era prevedibile, ma si tratta in ogni caso si uno sviluppo di rilievo nello scandalo dei presunti legami tra membri della campagna di Trump e uomini del Cremlino. E se non rappresenta un'indicazione sufficiente per dedurre che vi siano all'orizzonte rinvii a giudizio, è senza dubbio un importante strumento investigativo visto che consente agli inquirenti di emettere mandati di comparizione, richiedere testimonianze e documenti. Pure Trump potrebbe essere chiamato a deporre, come è già accaduto a Richard Nixon e Bill Clinton. «Non è una sorpresa, ma certamente non costituisce una buona notizia per il presidente - ha spiegato ad alcuni media un ex magistrato Usa, John Wood - E indica che questa indagine non si chiuderà tanto presto». Solitamente queste giurie portano avanti il loro mandato per un lasso di tempo che va dai 12 ai 18 mesi, ma possono anche durare anni. L'organo nominato a Washington viene dopo quello già istituito ad Alexandria, in Virginia, utilizzato per raccogliere informazioni su un altro filone dell'indagine, ossia sull'ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn, costretto alle dimissioni proprio a causa del Russiagate. Intanto, nelle ultime ore, è emerso che la squadra di Mueller starebbe indagando anche sugli affari della Trump Organization relativi agli ultimi sei anni, guardando ai possibili legami finanziari di The Donald e del suo entourage con Mosca. Proprio questo, per gli osservatori, sarebbe uno degli aspetti che potrebbe fornire più possibilità di portare avanti l'inchiesta. Sugli ultimi sviluppi è intervenuto anche il portavoce di Putin, Dmitri Peskov: l'indagine sulle presunte interferenze russe nelle elezioni americane del 2016 non è una questione che riguarda il Cremlino, secondo cui il Russiagate è «completamente assurdo e infondato».

E se l'ufficio di Mueller non ha per ora rilasciato commenti, uno degli avvocati di Trump, Ty Cobb, ha sottolineato che «la Casa Bianca è a favore di qualsiasi cosa che acceleri la conclusione di questo lavoro in maniera giusta, ed è impegnata in una piena cooperazione con il procuratore speciale».

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