Salasso per le imprese: senza ponte perdono due milioni al giorno

È il calcolo che presenterà oggi Conftrasporti. Bucci al governo: "Occorrono altri 140 milioni"

Salasso per le imprese: senza ponte perdono due milioni al giorno

Ad appena due mesi dal crollo del ponte Morandi a Genova, il conto a carico delle imprese dell'autotrasporto ha già superato quota 116 milioni di euro, in pratica più di 2 milioni al giorno. È il dato più significativo dello studio che Confcommercio-Conftrasporto, insieme a Isfort, presenterà oggi al Forum internazionale di Conftrasporto a Cernobbio. I danni causati dal collasso del ponte hanno comportato un ingente aggravio dei costi anche per il settore dei camion che a migliaia, ogni giorno, attraversavano il ponte nel percorso cittadino: le spese non previste sono lievitate a più di 32 milioni, cioè circa di 600mila euro al giorno.

Il problema riguarda l'allungamento forzato degli itinerari, 120 chilometri in più se si viaggia da Levante a Ponente e 70 chilometri per il percorso contrario. Lo studio sottolinea anche come l'aumento di una sola ora dei tempi medi di percorrenza per i 4mila camion che, quotidianamente, entrano ed escono dal porto di Genova, pesi per oltre 250mila euro. Tegola più pesante (oltre 2 milioni alla voce costi di esercizio), sempre determinata dai ritardi, sui circa 31.500 camion che transitano per il nodo genovese. In sofferenza è ovviamente anche l'autotrasporto al servizio del porto: il danno economico si avvicina a 15 milioni.

Il commissario per la ricostruzione, nonché sindaco di Genova, Marco Bucci, tra i primi atti lancia intanto questo messaggio a Palazzo Chigi: «Il decreto ha bisogno di 120/140 milioni in più, a cui bisogna aggiungere i 90 milioni per gli sfollati. I 300/500 milioni stanziati servono solo per demolire il ponte».

«Il problema - spiega Paolo Uggé, vicepresidente di Confcommercio e presidente di Conftrasporto - è che almeno il 60% dei ponti in Italia è a rischio. Per Genova è urgente ricreare il collegamento stradale. Avanti di questo passo Genova avrà la nuova infrastruttura non prima di due anni e mezzo. Invece di andare a caccia del colpevole di questa tragedia, compito che spetta alla magistratura, il governo pensi invece ad accelerare i tempi verso una soluzione. A soffrire, con Genova, il suo porto e il territorio è, infatti, tutta l'economia del Paese».

Il presidente di Conftrasporto affronta anche l'irrisolto problema fiscale che grava sull'autotrasporto: «Si agisce - puntualizza Uggé - sull'onda del principio della sostenibilità che ha alla base questo slogan: più uno inquina più paga; da noi, invece, accade che chi meno inquina più paga. Chi ha investito in automezzi nuovi e percorre più chilometri, paga cioè un'accise più elevata rispetto a coloro che fanno poco strada e hanno veicoli vecchissimi e non sicuri.

Il governo, in proposito, privilegia l'aspetto del consenso verso i piccoli imprenditori, non legandoli invece a un progetto capace di garantire un maggior rispetto dell'ambiente, più sicurezza sulle strade e anche più entrate per le casse dello Stato. Agendo in questo modo, ministro Danilo Toninelli, si spingono le imprese a lasciare l'Italia».

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