"Tutte le questioni energetiche sono sul tavolo. E il luogo dove i governi discutono queste partite è il Consiglio energia, ahimè senza l’Italia presente col governo, unico Paese non rappresentato". Mescola delusione e preoccupazione la voce di Massimiliano Salini, eurodeputato di Forza Italia. Le ripetute assenze di Palazzo Chigi ai Consigli Ue sull'energia si sono fatti notare. "Non è stato bello vedere solo l'Italia senza rappresentanti diretti", dice al Giornale.it.
Lei sembra criticare il governo.
“Non discuto le ragioni dell’assenza del ministro in quanto tale, ma almeno il viceministro o il sottosegretario ad un Consiglio sull’energia deve esserci. Anche perché stiamo parlando di un consesso in cui si discute una materia cruciale per l‘Italia. Abbiamo un costo dell’energia mediamente superiore del 20-25% rispetto al resto d’Europa: penso che imprenditori e industriali italiani non siano contenti di sapere che proprio nel Consiglio energia il governo italiano ha deciso - unico in Europa - di non mandare nessuno dei soggetti che siedono nel Consiglio dei ministri“.
Italia senza pezzi grossi. Come hanno reagito gli altri Paesi?
“Penso siano stati abbastanza contenti che un governo potenzialmente scomodo su tematiche come quella dell’energia abbia preferito dedicarsi ad altro. Avranno avuto meno problemi nei negoziati, evidentemente. Lo dico senza ironia, ma sulla base della conoscenza dell’importanza delle partite di cui si sta discutendo in questi mesi. Sono cruciali“.
Perché era importante esserci?
“Noi del PPE stiamo cercando di tutelare gli interessi degli utenti finali, cioè imprese e cittadini, e dell’intero sistema Paese. Al Parlamento discutiamo di queste cose, ma le istituzioni europee sono tre: la Commissione, il Parlamento e il Consiglio Ue in cui si ritrovano i governi dei Paesi. E l’esecutivo italiano per tre o quattro volte di fila è stato assente. Certo, puoi mandare un funzionario o un delegato, ma se gli altri Paesi sono lì con il ministro o con il vice-ministro…”
Lo scontro si fa impari. A nostro svantaggio.
“Ovviamente. Dove c’è un soggetto che ha potere decisionale finale, quella parte in causa aumenta a dismisura la propria autorevolezza. Se al tavolo invece ci sono persone che poi devono riferire ad altri in attesa che venga processata la decisione, evidentemente la forza d’urto dell’istanza di quel Paese diminuisce in maniera più che proporzionale“.
Evidentemente il Mise non considerava quegli incontri così importanti.
“Io credo che in un momento come questo il nostro Paese avrebbe dovuto avere Palazzo Chigi in prima linea. E questo sia per gli effetti sui posti di lavoro, in particolare per i giovani, sia per quanto riguarda la tutela della nostra eccellenza manifatturiera. Ma mi faccia aggiungere una cosa“.
Prego.
“Noi siamo i portatori della grande tradizione europea sul settore energetico, con visioni anche geopolitiche e che fanno riferimento a tutto l’utilizzo del gas nell’area mediterranea. Siamo dipendenti dal gas russo ed è corretto cercare fonti alternative di approvvigionamento. Questo inoltre può determinare una rete di collaborazioni tra i Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum che può portare effetti positivi anche sui fenomeni migratori. La questione energetica convoca l’Italia ad impegnarsi al massimo livello. Mandare un funzionario per diverse volte di fila e non inviare neppure un sottosegretario non segnala questo tipo di attenzione…”
Antonio Tajani, presidente del Parlamento Ue, ha più volte parlato del poco peso politico dimostrato dall’Italia a livello europeo. Ha ragione?
“Abbiamo un deficit di rappresentanza. L’Europa così com’è ci piace poco, ma perché diventi capace di riconoscere e rispettare l’eccellenza italiana, nelle istituzioni europee bisogna essere presenti. È inutile alzare la voce nelle conferenze stampa o nelle trasmissioni e poi disertare gli incontri".
Di chi è la colpa?
“Pesa aver abbandonato ruoli di rappresentanza in Commissione Europea in ambiti dove l’Italia aveva la possibilità di esprimere la propria leadership e la propria eccellenza: ovvero la manifattura e lo sviluppo economico dell’industria“.
Mi sta dicendo che la responsabilità è di Renzi per aver rivendicato un ruolo per Federica Mogherini ad Alto rappresentante della politica estera, invece di puntare ad una poltrona più pratica?
“In una Unione che oggi è ben lontana dall’avere una sua politica estera, beh: quella fu una scelta da molti contestata e gli effetti storici documentano come fossero critiche perfettamente fondate. Noi oggi abbiamo un Commissario sostanzialmente di facciata, assente nelle partite che contano. La Mogherini è nominalmente assegnata ad un tema fondamentale, ma che i Paesi affrontano con i propri ministri. Nessuno le delega il compito di occuparsi delle proprie materie in tema di politica estera e non lo fa neppure l’Italia".
Che conseguenze avrà questa impostazione?
“L’assenza su partite concrete e dirimenti per il futuro e il benessere dei nostri cittadini va
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