Dopo lo stop alle navi delle Ong, il governo promette di chiudere i porti anche alle imbarcazioni militari che sotto la bandiera europea salvano i migranti nel Mediterraneo e li sbarcano in Italia: «Porterò al tavolo europeo di Innsbruck la richiesta italiana di bloccare l'arrivo delle navi delle missioni internazionali attualmente presenti nel Mediterraneo». Il nuovo fronte di rottura con l'Ue aperto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini e sottoscritto dal collega alle Infrastrutture Danilo Toninelli, è la risposta a quanto successo nella sera di sabato al porto di Messina, dove, tra centinaia di magliette rosse dei manifestanti di Libera, Anpi, Arci e Legambiente, ha attraccato il pattugliatore militare irlandese Samuel Beckett, con a bordo 106 migranti - 93 uomini, due donne incinte e 11 minori di nazionalità sudanese - salvati nella zona Sar maltese. Non un'imbarcazione della nostra Guardia Costiera, ma parte della missione Eunavformed Sophia con cui l'Europa dovrebbe combattere unita il traffico di esseri umani. Ad accendere la polemica, è ancora una volta il regolamento di queste missioni comunitarie, che scaricano sui porti italiani l'onere dell'approdo dei migranti soccorsi. Senza contare che tra i compiti in particolare di Sophia non rientrerebbe nemmeno il salvataggio di vite in mare, ma è ovvio che le navi che ne fanno parte siano tenute a prestare soccorso come imposto dalle convenzioni internazionali.
Ed è proprio in questo caso che scatta l'ulteriore clausola penalizzante per l'Italia, quella di cui ha parlato ieri il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli quando ha spiegato di aver autorizzato lo sbarco perché «ce lo impone folle accordo europeo Sophia con cui Renzi ha svenduto gli interessi dell'Italia». Infatti in caso di soccorso in mare, la missione adotta il piano operativo dell'altra operazione Ue, Triton dell'agenzia Frontex, che prevede che i migranti soccorsi siano condotti esclusivamente in Italia. Tanto che il pattugliatore irlandese, nonostante il soccorso sia avvenuto in zona di competenza di Malta e non sia stato gestito dalla sala operativa di Roma, si è infatti diretto verso l'Italia. Uno schiaffo alla linea e ai principi ribaditi sin qui dall'esecutivo, che ha scatenato l'ira del titolare del Viminale: «Purtroppo i governi italiani degli ultimi 5 anni avevano sottoscritto accordi (in cambio di cosa?) perché tutte queste navi scaricassero gli immigrati in Italia, con il nostro governo la musica è cambiata e cambierà».
Giovedì al vertice informale dei ministri dell'Interno Ue, il primo sotto il semestre di presidenza austriaca, si gioca il futuro dell'Unione e l'integrità di Schengen. Al centro ci sono i respingimenti dei cosiddetti migranti secondari, frutto del compromesso politico tutto interno alla Germania, tra Merkel e il suo ministro anti migranti Seehofer. Salvini lo vedrà in un pre vertice a due mercoledì per ribadire che «l'Italia non accoglierà un singolo migrante che ha richiesto asilo nel suo territorio e che attualmente si trova in un altro Paese europeo fino a quando Bruxelles non mostrerà impegni sulla protezione della frontiera esterna, il Mediterraneo. Vogliamo impegni concreti e precisi, con scadenze, costi, uomini e mezzi».
L'accordo che ha messo in sicurezza il governo della cancelliera può far saltare i principi comunitari che garantiscono la libera circolazione. L'Austria ha già annunciato barricate, non solo diplomatiche, ai suoi confini. E si rischia una reazione a catena.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.