Novità in arrivo sul fronte della sanatoria dei migranti irregolari che si trovano nel territorio italiano. La norma inserita all’interno del dl Rilancio dopo il Consiglio dei Ministri del 13 maggio scorso e pensata per far fronte alla crisi che si è venuta a creare nel settore agricolo a causa del coronavirus, prevede una proroga dei suoi termini di scadenza. In sostanza, chi volesse regolarizzare la propria posizione in Italia avrà tempo per presentare la relativa istanza non più fino al 15 luglio, come originariamente previsto, ma fino al 15 agosto prossimo. Praticamente i termini di scadenza slittano di un mese.
Un provvedimento che assume una certa rilevanza se si pensa che ieri il Viminale ha pubblicato i dati ufficiali che fanno riferimento all’andamento della regolarizzazione degli stranieri in queste prime due settimane di giugno. I numeri emersi sulla piattaforma del ministero dell’Interno ieri pomeriggio hanno smentito ogni aspettativa mettendo praticamente in evidenza il flop di quelle che erano le intenzioni da parte della maggioranza ma soprattutto del ministro Teresa Bellanova che si era battuta fortemente per portare avanti questa norma nonostante le polemiche.
Come si ricorderà, il maggiore esponente di Italia Viva all’interno dell’esecutivo, di fronte alle contestazioni sorte anche all’interno della stessa coalizione di maggioranza, aveva minacciato di dimettersi se la sua proposta non fosse stata approvata. Ma ieri i dati non sono stati favorevoli al ministro dell’Agricoltura. Dal primo al 15 di giugno sono state 32.000 le domande presentate, di cui 7.762 in corso di lavorazione, a fronte delle 220.000 previste dal governo in sede di approvazione del decreto rilancio. Numeri che vanno molto al di sotto di quelle che erano le aspettative.
Ma la proroga di un mese della scadenza dei termini può essere davvero lo strumento che consentirà alla maggioranza di raggiungere l’obiettivo originariamente previsto? Una domanda alla quale è difficile dare,almeno oggi, una risposta positiva. Già perché analizzando nello specifico il contenuto delle domande si legge che gli intestatari sono per la maggior parte colf e badanti. Come si legge nel report del Viminale “Il lavoro domestico e di assistenza alla persona rappresenta il 91% delle domande già perfezionate e il 76% di quella in lavorazione”. E dire che il dl era stato pensato proprio per i braccianti agricoli la cui percentuale appare poco significativa nell’ambito della presentazione delle domande di regolarizzazione.
Adesso la proroga dei termini di scadenza, rappresenterebbe un tentativo di salvare dal preannunciato fallimento una
norma guardata sin dall'inizio con dubbi e polemiche non solo dal mondo politico ma anche dalle associazioni di categoria del comparto agricolo che hanno espresso sempre obiezioni in merito all’utilità di questo strumento.
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