Le sardine sono tornate? La presenza virtuale di Mattia Santori all'assemblea nazionale di Articolo Uno lascia supporre che il trentenne bolognese sarà un interlocutore importante in vista della costruzione del nuovo centrosinistra.
Con un Movimento Cinque Stelle in frantumi e l'esclusione di Matteo Renzi e Carlo Calenda dal tavolo delle trattative, le sardine diventano praticamente essenziali in vista delle amministrative d'autunno e delle prossime elezioni Politiche. “Sono convinto che il PD debba lavorare nei comuni dove si vota a coalizione larghe di centrosinistra, aperte ai movimenti ed alle esperienze civiche e proseguire in tutte le realtà dove è possibile farlo il dialogo con il Movimento Cinque Stelle”, dice a ilGiornale.it il deputato dem Andrea De Maria. Gli fa eco Gianni Cuperlo che precisa: “Abbiamo grande rispetto per un movimento che ha mobilitato migliaia di persone e che ha dato una scossa salutare, un contributo decisivo nella vittoria del centrosinistra in Emilia Romagna. Ora non chiediamo nessun soccorso, ma c'è solo una battaglia politica da fare con candidati scelti attraverso le primarie”.
Ed è proprio da Bologna che le sardine ripartono con l'obiettivo di portare Matteo Lepore, candidato ufficiale del Pd, alla vittoria nelle primarie di coalizione. La sfidante, il sindaco di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti, è una renziana molto agguerrita che gode di una certa stima anche di una parte del pd bolognese e una sua vittoria è vista come fumo negli occhi dalle sardine. Secondo il politologo Alessandro Campi stavolta sarà difficile per il movimento di Santori polarizzare lo scontro come fece in occasione delle elezioni Regionali in Emilia: “Si voterà anche a Roma Torino, Milano, Napoli ecc... Perché stavolta Bologna dovrebbe diventare l'ultima trincea? Sarà difficile per le sardine catturare l'attenzione”. Una posizione condivisa anche dal sondaggista Renato Mannheimer che spiega: “Le sardine erano nate come una reazione, specialmente in Emilia Romagna, al Papeete di Salvini, ma adesso il leader della Lega ha imparato la lezione e ha cambiato il suo registro comunicativo”.
Nel 2019 c'era anche un governo diverso e oggi le sardine, in questo nuovo contesto politico, si trovano spaesate. “Movimenti come le sardine o i girotondi nascono quando c'è un nemico. Oggi il nemico è la destra nel suo insieme e questo è molto più vago e indefinito e, quindi, le sardine hanno probabilmente una capacità di mobilitazione più bassa”, spiega il sondaggista che, comunque che possano favorire la vittoria del candidato Lepore. Nel complesso, però, le sardine in quanto fenomeno socio-politico, non godono più della brillantezza degli esordi. “Hanno costruito sulla partecipazione di piazza un elemento di grande forza e, nel momento in cui le piazze per via del lockdown non sono state più agibili, questo ha prodotto un contraccolpo. Ora, però, mi sembra che stiano dando segnali di iniziative positive”, afferma Cuperlo. Campi, invece, non vede un futuro roseo per le sardine: “A sinistra – spiega - c'è sempre questa vena movimentista che suscita dei vecchi entusiasmi di gioventù in alcuni giornalisti attempati che non si chiedono nemmeno quanto questi movimenti siano radicati e frutto di un fenomeno reale. Il web è uno strumento che ha regalato loro grande notorietà, ma poi li ha relegati fatalmente all'oblio, anche perché dietro al loro marcato antisalvinismo non c'era niente. E, oggi, sono un fenomeno politico inconsistente”. Ma, se per Campi non bastano le comparsate sporadiche di Santori per rivitalizzare le sardine, per Mannahimer “le sardine servono per dare una sveglia al Pd che al momento è immobilizzato dalla lotta tra coloro che vogliono ancora l'alleanza col M5S e coloro che ritengono i Cinquestelle inaffidabili”. Santori, in particolare, qualora decidesse di impegnarsi in prima persona, considerata l'elevata mobilità del voto, potrebbe intercettare i consensi degli elettori del M5S, i quali, secondo Mannheimer, “guarderanno più che al Pd che ha un'aria stantia e vecchia a personaggi giovani e freschi come Mattia”.
Un'autorevole fonte molto vicina al leader delle sardine, però, esclude che le sardine scendano apertamente nella contesa politica. “Noi non abbiamo nessun simbolo e non presenteremo nessuna lista, ma al momento è troppo presto per dire se qualche sardina a livello locale vuole esporsi in prima persona”, ci spiega la nostra fonte che ribadisce la linea d'azione delle sardine: “Laddove ci sarà la volontà di creare un fronte progressista e unitario che porti avanti certe istanze, ci sarà il nostro appoggio. Lo scorso anno abbiamo sostenuto il candidato Sansa perché era la sintesi di un processo unitario così come alle Regionali in Toscana abbiamo appoggiato Jacopo Melio perché abbiamo ritenuto valida la sua candidatura”. Se da un lato, dunque, le sardine puntano all'unità della sinistra, dall'altro non vogliono essere identificate con i dem. “Il Pd ha grandi responsabilità sul Jobs Act e su tanti altri temi, però siamo consapevoli del fatto che anche il Pd deve avere un ruolo se vogliamo creare un fronte antisovranista”, ci dice la nostra fonte. È noto che le sardine, proprio in questi giorni, non hanno ben visto che Letta sia andato in piazza con la bandiera di Israele insieme a Salvini. “Molti di noi sono di sinistra, ma non hanno mai votato Pd. Ma siamo in un momento storico pericoloso. Ci auguriamo che si possa riappropriare dei temi che ha lasciato colpevolmente all'incuria”, sottolinea la nostra fonte.
Certo, non un'ottima premessa per un'eventuale alleanza politica ma, si sa, le vie che portano all'unità della sinistra sono irte di ostacoli e, spesso, a farne le spese è proprio la cosiddetta 'società civile'. Anche i girotondi e gli 'arancioni' erano nati con i più rosei auspici eppure adesso sono precipitati nel dimenticatoio. Solo il futuro potrà dirci se la stessa sorte capiterà anche alle sardine...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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