Le elezioni regionali hanno fatto tremare il governo. Ma ora che sembra passato qualsiasi tipo di timore, al Quirinale si guarda già alle priorità dell'Italia, dall'attuazione del Recovery Fund fino alla ridefinizione dei collegi elettorali.
Dopo la vittoria del Sì al referendum sul taglio dei parlamentari, che verrà applicata dalla prossima legislatura, il Colle chiede la ridefinizione, entro due mesi, dei collegi elettorali. Altrimenti, la riforma risulterebbe mancante e, in caso di voto, servono certezze. La vittoria del Sì porterà alla riduzione del numero dei componenti del Parlamento, rispetto a quello fissato nel 1963 (pari a 945). La prossima legislatura che, se non ci saranno elezioni anticipate, sarà quella del 2023, conterà solo 600 parlamentari. Nel frattempo, bisognerebbe approvare una legge elettorale "sulla base della geografia dei collegi", come spiega Repubblica. Dal momento della pubblicazione della riforma, che è stata approvata dagli elettori, infatti, il governo ha 60 giorni per approvare la ridefinizione dei collegi. Ma non solo. Il Sì al referendum è connesso a un'altra serie di riforme che andranno varate, per evitare che il sistema si inceppi: dal sistema di elezione del presidente della Repubblica, ai regolamenti parlamentari.
Il Colle non sembra intenzionato a sciogliere le Camere, in mancanza delle dimissioni del governo. Per questo, è plausibile che la legislatura sia destinata a resistere fino al 2023, nonostante le richieste dell'opposizione. A cominciare da Giorgia Meloni, che più volte si è rivolta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: "Io penso sempre che la democrazia debba avere un effetto, ma su questo non ho le stesse idee di chi sta al governo perché altrimenti Conte e i suoi ministri non starebbero lì- ha dichiarato la leader di FdI- Quindi non penso che interesserà a Conte se anche il centrodestra dovesse vincere o stravincere, penso però che dovrebbe interessare Mattarella".
L'altra priorità del post elezioni riguarda i problemi economici provocati dalla pandemia da nuovo coronavirus, che ha travolto l'Italia. In questo panorama si inserisce l'attuazione del Recovery Fund. Per questo, Mattarella starebbe chiedendo l'accelerazione nella predisposizione dei programmi per l'attuazione, che andranno presentati all'Unione Europea. Il Recovery Fund, infatti, viene considerato dal presidente della Repubblica come un'occasione "storica", per affrontare "i nodi strutturali" dell'Italia, con l'uso "equo, efficace ed efficiente delle risorse". Sono questi i presupposti che dovranno sorreggere il piano italiano per la richiesta del fondo europeo. E la scuola sarebbe proprio uno dei nodi da cui partire, come ha sottolineato Mattarella durante l'inaugurazione dell'anno scolastico a Vo' Euganeo: "La ripartenza del Paese ci offre però anche un'occasione per compiere un salto di qualità. Il ritorno a scuola non significa ritorno al passato". E ha aggiunto: "La nostra partecipazione al programma Next Generation dell'Unione europea è una straordinaria opportunità che non possiamo perdere, una occasione anche per un vero rilancio della scuola italiana.
Dobbiamo investire nella scuola, a partire da un'adeguata programmazione del reclutamento del personale".Per questo, dal Colle chiedono "rapidità" al governo, perché le riforme vengano effettuate nel più breve tempo possibile e le risorse siano "disponibili già dall'inizio del 2021".
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