Scherzi finiti male, disgrazie e suicidi. Quando il sangue (vero) scorre sul set

Indagini sulla tragedia in New Mexico: dinamica da chiarire. Ma i precedenti possono indicare agli inquirenti possibili piste

Scherzi finiti male, disgrazie e suicidi. Quando il sangue (vero) scorre sul set

La sensazione è che la polizia della contea di Santa Fe (lo «sceriffo», in particolare) sappia più di quanto abbia detto finora. Sta di fatto che l'inchiesta sul «caso Baldwin» sembra la trama di un film western che narra di una morte misteriosa sul set di un film western in cui si racconta una storia tipicamente western; insomma, un gioco di scatole cinesi, anche se in Cina ignorano il genere western.

Ieri, sul «luogo del crimine», la scena era surreale: una scenografica chiesa di cartapesta in mezzo al nulla del deserto, circondata da auto con i lampeggianti che baluginavano.

A riempire il silenzio solo le urla disperate di Alec Baldwin: un attore famoso che ieri ha capito, sulla propria pelle, la differenza tra un dolore «recitato» e una disperazione reale. Per gli inquirenti sono due, al momento, i rebus senza soluzione.

La prima: com'è potuto accadere che la pistola di «scena» che aveva tra le mani per interpretare il ruolo del «fuorilegge Harlan Rust» abbia esploso proiettili veri?

La seconda: com'è possibile che sulla traiettoria di sparo ci fossero la direttrice della fotografia Halyna Hutchins, 42 anni (morta sul colpo) e il regista Joele Souza, 48 anni (rimasto ferito)?

In realtà ci sarebbe anche un terzo quesito: ma la tragedia che si è verificata ieri sul set del film «Rust» è davvero un caso eccezionale? Ma qui la risposta ce l'abbiamo, ed è «no». La casistica delle sciagure avvenute dopo il fatidico «ciak, si gira!» risulta infatti lunga e variegata.

Clamorosa la sciagura del 1993 sul set del cult-movie «Il Corvo» dove perse la vita il 28enne Brandon Lee (il figlio della star delle arti marziali, Bruce Lee), colpito da un proiettile calibro 44 esattamente come accaduto ieri negli Usa. Non a caso il primo post di solidarietà alla famiglia della vittima è arrivato proprio dalla sorella di Brandon Lee: «I nostri cuori sono con la famiglia di Halyna Hutchins e Joel Souza. Nessuno dovrebbe mai essere ucciso da una pistola su un set cinematografico». E invece è accaduto più di una volta.

Nel 1984, l'attore Jon-Erik Hexum morì dopo essersi sparato alla testa con una pistola, che pensava fosse a salve, giocando alla roulette russa sul set della serie tv «Cover Up».

L'anno prima tre attori, tra cui due bambini, erano morti durante la lavorazione del film «Ai confini della realtà». Vic Morrow, 56 anni; Myca Dinh Le, 7 anni e Renee Shin-Yi Chen, 6 anni, perirono nel crollo di un elicottero utilizzato sul set.

Anche il celebre «Top Gun», con protagonista Tom Cruise, registrò una vittima sul set: il pilota acrobatico Art Scholl, 53 anni, che era stato ingaggiato per fare il lavoro di ripresa in volo per il film. Durante una scena di volo acrobatico Scholl col suo Pitts S-2 si inabissò nell'Oceano Pacifico al largo della costa meridionale della California.

Un film maledetto fu anche nel 2008, il thriller di fantascienza «Jumper» dove lo scenografo David Ritchie fu ucciso da una valanga di ghiaia caduta dalla cima di un muro.

Funestate da un lutto furono pure le riprese della pellicola d'azione del 2002 «XXX» con

Vin Diesel, la cui controfigura morì durante la scena nella quale avrebbe dovuto scendere da un ripido pendio per poi paracadutarsi su un sottomarino. Si sfracellò invece contro un ponte.

E mai «The end» fu così drammatico.

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