Schiaffo del governo alla zona rossa: tutti in casa, ma messi in ferie

Medicina, in provincia di Bologna, isolata su ordinanza della Regione: ai lavoratori costretti a casa non è stata riconosciuta la "giustificazione" da Covid

Schiaffo del governo alla zona rossa: tutti in casa, ma messi in ferie

Le zone rosse continuano a far parlare. Se a Bergamo la procura continua a indagare sulla mancata chiusura della Val Seriana, a Medicina i lavoratori sono sul piede di guerra. Sono rimasti isolati per 21 giorni dal resto del mondo senza poter lavorare né uscire, un po’ come a Vo’ Euganeo e a Codogno, solo che in questo paese alle porte di Bologna i dipendenti non potranno far valere la “giustificazione” da Covid per motivare l'inattività forzata dal lavoro. Dunque dovranno segnarsi in ferie, riducendo così i giorni a disposizione per le vacanze estive.

Tutto inizia il 15 marzo, quando il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, decide di istituire in autonomia la zona rossa a Medicina. Da qualche giorno si aspettava l’intervento del governo, proprio come ad Alzano e Nembro, ma da Palazzo Chigi nessuno sembrava intenzionato a muoversi. Così per fermare il virus che si era diffuso tra bocciofila, partite a carte e feste di paese, la Regione decise di fare da sé. Il contatore alla fine segnerà 28 morti, circa 180 casi di positività, un centinaio di ricoverati e alcuni pazienti in terapia intensiva. Dopo 21 giorni il lockdown è stato tolto, ma ora restano gli strascichi di quella scelta. E proprio perché a firmare quella zona rossa fu la Regione e non il governo, oggi i lavoratori non possono godere della “giustificazione” da Covid. L'Inps, in sostanza, come spiegano i consiglieri regionali dem Giuseppe Paruolo e Marcella Zappaterra, non ha "riconosciuto a tali lavoratori la giustificazione dell'assenza con motivazione analoga a quella consentita ai cittadini residenti nelle zone rosse".

Secondo quanto riporta il Quotidiano Nazionale, il Pd locale avrebbe cercato di far inserire un emendamento al dl Rilancio per paragonare le zone rosse istituite dal Governo a quelle realizzate nel tempo dai vari enti locali. In fondo era stato lo stesso Conte, sull’onda delle polemiche con la Lombardia, a dire che anche le Regioni avrebbero potuto stringere le maglie delle chiusure. A quanto pare, però, il blitz al dl Rilancio sembra essere saltato. E adesso, anche qualora si mettesse una pezza nei prossimi provvedimenti, potrebbe essere troppo tardi per garantire a quel centinaio di persone le vacanze estive al mare. “Chiederò un incontro e un chiarimento al Governo, perché così diventa complicato immaginare la ripartenza”, tuona Bonaccini.

Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, parla di “ennesima beffa” del governo ai danni dei cittadini. “Quello a cui stiamo assistendo - dice - ha dell’incredibile, del surreale”. Anche il Pd regionale ritiene assurda la situazione. Spetterà ai colleghi al governo trovare una soluzione.

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