Il ghiacciaio del Rutor trasformato in uno scenario di guerra. I resti dell'elicottero sparsi in un raggio di quattrocento metri e gli ultimi due dispersi, un belga di 51 anni e un francese di 59 anni, allievi dell'aereo da turismo coinvolto nello scontro, ritrovati senza vita sotto la neve, a 50 metri dai rottami.
È salito a sette vittime e due feriti gravi il bilancio della tragedia in Valle d'Aosta, dove venerdì pomeriggio prima delle 16 il piccolo aereo quadriposto, decollato dalla Francia, si è scontrato con l'elicottero adibito al servizio di eliski, partito da Courmayeur e pilotato dall'italiano Maurizio Scarpelli, 53 anni, originario di Reggello (Firenze). Sull'incidente la procura di Aosta ha aperto un fascicolo, affidato al sostituto procuratore Carlo Introvigne e ieri ha disposto il fermo del pilota francese Philippe Michel, 55 anni, sopravvissuto insieme a una cittadina svizzera e come lei ricoverato in rianimazione all'ospedale Parini di Aosta. Per lui le ipotesi di reato sono disastro colposo aggravato e omicidio colposo plurimo aggravato.
L'uomo, istruttore di volo di Mennecy, si trovava sui sedili dietro del quadriposto Jodel, pilotato dai due allievi. Ieri durante l'interrogatorio, difeso dall'avvocato Jacques Fosson, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nelle prossime ore resterà piantonato in ospedale, per essere poi trasferito nel carcere Brissognese qualora il gip convalidasse l'arresto. «Il provvedimento è stato preso alla luce degli elementi raccolti da carabinieri e guardia di finanza in sinergia», ha sottolineato il procuratore capo di Aosta, Paolo Fortuna, uscendo dal Parini.
Dalle prime sommarie ricostruzioni lo schianto sarebbe avvenuto a bassissima quota. L'eliski stava ripartendo per rientrare alla base entro le 16, orario imposto per gli elicotteri in quell'area. L'incidente è avvenuto poco prima. Il piccolo aereo, decollato dal territorio francese, a trenta chilometri dal luogo dell'impatto, invece, stava scendendo sul ghiacciaio, ma nel compiere la manovra sarebbe finito sull'elicottero, schiacciandolo sulla neve. La Procura vuole accertare se l'aereo avesse chiesto l'autorizzazione a sconfinare in Italia. Anche l'agenzia nazionale per la sicurezza ANSV ha disposto un'inchiesta di sicurezza, perché alla torre di controllo dello scalo di Saint Christophe (Aosta) non risulta alcuno piano di volo in proposito.
In in quel punto l'atterraggio è permesso solamente all'eliski, ma la società di elicotteri più di una volta in passato aveva segnalato la presenza di aerei da turismo nel ghiacciaio.
Ieri all'alba i soccorritori sono risaliti in quota, a 2600 metri, per recuperare le ultime due vittime, mentre nelle camere mortuarie di Courmayeur avvenivano le operazioni di riconoscimento anche delle altre cinque salme, quelle del gruppo di svizzeri che si trovava a bordo dell'eliski. L'unico italiano è il pilota Maurizio Scarpelli, che aveva fatto parte anche degli elicotteri dell'Aib, il servizio regionale antincendi boschivi. «Era molto apprezzato in Regione Toscana - si legge nel messaggio di cordoglio del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi - per la sua attività di pilota, molto amato dai compagni dell'antincendi boschivi e della protezione civile, dove operava da oltre dieci anni ed era considerato uno dei riferimenti con maggior esperienza.
Esprimo il mio massimo cordoglio, della Giunta e dell'intera struttura regionale alla famiglia, agli amici ed ai compagni di Scarpelli».Morto anche Frank Hanssler, 47 anni, fondatore della Heli-guides, la società che gestisce gli elicotteri dell'eliski in molte località europee e anche in val d'Aosta.
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