Schlein e il Pd ancora zitti sugli anti Kiev

"Oggi ho osservato, di persona, a Irpin e presso l'aeroporto militare di Gostomel, i danni alle infrastrutture civili, conseguenza dell'aggressione russa ma allo stesso tempo ho percepito nella sua pienezza lo spirito di un popolo"

Schlein e il Pd ancora zitti sugli anti Kiev

«Oggi ho osservato, di persona, a Irpin e presso l'aeroporto militare di Gostomel, i danni alle infrastrutture civili, conseguenza dell'aggressione russa ma allo stesso tempo ho percepito nella sua pienezza lo spirito di un popolo che non intende rinunciare alla libertà, difendendo con coraggio la propria e tutelando, indirettamente, quella di tutti».

A parlare non è il «guerrafondaio» Guido Crosetto. Ma semplicemente un pezzo del discorso, pronunciato a Kiev lo scorso 22 settembre, dall'ex ministro Pd della Difesa Lorenzo Guerini durante l'incontro con il presidente dell'Ucraina Zelensky.

Le parole di Guerini sintetizzavano la posizione ufficiale, senza ambiguità, dei democratici appena 6 mesi fa: sostegno politico e militare al governo di Kiev. E dunque, il silenzio di oggi del segretario Pd Elly Schlein, dopo l'attacco del fisico Carlo Rovelli all'attuale ministro della Difesa Guido Crosetto dal palco del concertone del Primo maggio, genera imbarazzo al Nazareno.

Durante lo show del Primo maggio, in piazza San Giovanni, Rovelli si è esibito in un monologo contro il governo Meloni e il ministro Crosetto per il sostegno militare all'Ucraina. Un intervento che ha acceso lo scontro politico nel day after di un noioso concertone. Dal Pd nessuna reazione. L'ala moderata teme lo scivolamento del partito verso una posizione pro Mosca. L'appiattimento del Pd sulle posizioni radicali del sindacato, che a Trieste in alcuni cortei con la sigla Usb ha addirittura esposto le vecchie bandiere dell'Urss e la Z che simboleggia l'invasione russa in Ucraina, crea disorientamento. Sbandamento. Al netto del distinguo di Ambra sul palco del Primo maggio, la piazza rossa si è schierata con Rovelli. Applausi e cori. La coppia Landini-Schlein fa scena muta. Non si dissocia. Il silenzio di Schlein diventa assordante e rischia di aprire un caso politico nel partito, se si rileggono le parole pronunciate dal Capo dello Stato Sergio Mattarella il 17 aprile scorso nella visita a Varsavia: «Dopo la brutale aggressione della Russia c'è l'esigenza di sostenere l'Ucraina». E Franceschini? Ministro del governo Draghi con Guerini e sponsor di Schlein. Muto. Orlando? Anche lui ministro con Guerini nel governo Draghi e sostenitore di Schlein. Muto. Nessuno dal Pd mette fuori la testa (e la faccia) per ribadire la posizione sul conflitto in Ucraina. Nel nuovo corso di Schlein si temono le purghe.

In perfetto stile Urss. Però a microfoni spenti l'imbarazzo è dilagante. Imbarazzo che ora pone un nodo politico da sciogliere. Che il segretario non ha alcuna intenzione di sciogliere. La tattica non cambia: palla in tribuna.

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