Schlein: "Il governo riconosca subito lo Stato di Palestina"

Prodi: "Netanyahu oltre il limite, ha il mondo contro". Calenda: "criminale" uccidere Nasrallah

Schlein: "Il governo riconosca subito lo Stato di Palestina"
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Una batteria di distinguo. Una serie di dichiarazioni pericolanti, che rischiano di diventare pericolose. Legittimando così le piazze più violente. Perfino quelle che arrivano a giustificare platealmente il terrorismo di Hamas e Hezbollah. Protagonista di un'altra giornata di parole che prestano il fianco alle ambiguità e la segretaria del Pd Elly Schlein. «Dopo i violenti attacchi dei giorni scorsi alle postazioni Unifil, oggi l'ennesimo sconfinamento di carri armati dell'Idf verso le posizioni delle forze di pace dell'Onu, che in questi anni, con il contributo fondamentale dei militari italiani, hanno svolto un lavoro prezioso nella regione», esordisce la leader dem in una nota. Poi l'anatema a effetto contro il governo di Gerusalemme: «Netanyahu va fermato, le sue azioni criminali non possono essere più tollerate. Ma gli appelli alla de-escalation restano vani se non proviamo a fare tutto ciò che è nella nostra disponibilità per fermare questa spirale di guerra». Quindi due richieste ben precise, in scia ad alcune delle parole d'ordine della protesta anti-israeliana: «Il governo sostenga la posizione già espressa da altri leader europei per fermare ogni esportazione di armi a Israele. E non solo: chiediamo al governo italiano di riconoscere subito lo Stato di Palestina».

E a proposito di piazze radicali, ecco le sfumature dello Schlein-pensiero a proposito della manifestazione non autorizzata, andata in scena a Roma sabato 5 ottobre, tra slogan antisemiti e scontri con le Forze dell'Ordine: «In quella piazza c'erano anche tanti ragazzi che semplicemente volevano trovare un luogo dove poter manifestare per la pace. E per fortuna è stata per lo più pacifica, al netto degli scontri che ci sono stati e che sono stati gestiti, anche se purtroppo con dei feriti». La segretaria, insieme al sempre più radicalizzato Giuseppe Conte, non si è presentata nemmeno alla commemorazione dell'attentato del 7 ottobre. «Il Pd c'era, con il responsabile Esteri Provenzano e altri deputati», si è limitata a dire Schlein il 9 ottobre, rispondendo a una domanda sulla sua assenza alla Sinagoga di Roma. Poi via con i distinguo: «Sì, l'aumento dell'antisemitismo è preoccupante, ma il governo israeliano sta volutamente alimentando questo conflitto e questo non è antisemitismo, ma critica legittima». Al coro delle parole che prestano il fianco alle ambiguità si aggiunge perfino Romano Prodi (nella foto). Frasi come pietre, quelle del professore a «In mezz'ora», su Rai 3. «Netanyahu ha superato ogni limite: pochi giorni fa aveva dichiarato persona non grata il segretario dell'Onu» e ora «è contro tutto il mondo: mentre gli Usa sono paralizzati dalla campagna elettorale, vuole mostrare la forza assoluta di Israele come arbitro di tutto il Medio Oriente». Insomma, secondo l'ex premier, «Israele ha sfidato il mondo e sta diventando impopolare nel mondo». E ancora Prodi: «Non è possibile continuare in questo modo. A breve sarà un problema un Israele che non accetta nessun arbitro dall'esterno».

Il

contagio sfiora anche l'ex Terzo Polo. Per Carlo Calenda, intervistato da Accordi e Disaccordi il 5 ottobre sul Nove, il bombardamento israeliano che ha ucciso il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah «è stato un atto criminale»

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