Scoperte tutte le poesie scritte dal giovane Bossi

Negli anni Ottanta il giovane Senatur vergava rime in dialetto sull'industrializzazione della Padania: le pubblica Radio Radicale

Scoperte tutte le poesie scritte dal giovane Bossi

Chi l'avrebbe mai detto? Umberto Bossi ha al proprio attivo una carriera da poeta. Certo, non esattamente uno di quei "poeti laureati" che secondo Montale si muovono solo fra le piante della tradizione letteraria.

Ma comunque un artista che si fermava a riflettere sui temi che gli erano cari e a vergare sulla carta le rime suggerite dall'ispirazione.

La redazione di Radio Radicale ha scovato negli archivi una raccolta di poesie in dialetto lombardo che risalgono con ogni probabilità alla prima metà degli anni Ottanta. Quando il Senatùr muoveva i primi passi in politica nell'ambito dei movimenti autonomisti padani.

Il fondatore della Lega Nord amava scrivere dell'industrializzazione galoppante che rovinava il volto della fertile terra padana. "Verde una volta/E piena di parole,/Terra,/Che hai ascoltato/Squittire la talpa/E bestemmiare le rose", verseggiava Bossi.

E poi altre rime sulle ragazze ammalate di tumore

e persino sulla nonna Celesta torturata dai nazisti perché nascondeva una foto di Matteotti dietro un quadro della Madonna. Una finestra inedita sui ricordi e sulle emozioni del giovanissimo Umberto.

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