Se il ladro diventa una vittima

Parafrasando Piero Calamandrei, quando un ladro ci entra in casa, la giustizia esce dalla finestra

Se il ladro diventa una vittima
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Parafrasando Piero Calamandrei, quando un ladro ci entra in casa, la giustizia esce dalla finestra. Qualche giorno fa a Reggio Calabria un macellaio 48enne incensurato è finito in cella per aver accoltellato a casa sua due malviventi in trasferta da Catania che gli stavano portando via soldi, gioielli e armi. Uno è morto ore dopo, abbandonato in fin di vita davanti a un ospedale da un terzo complice, un altro è stato operato e rischia la vita. La conferma del fermo per omicidio e tentato omicidio è un manuale di cosa sia diventata la giustizia, lontana anni luce dalla tutela degli onesti, da far leggere a chi è contro la separazione delle carriere. Intanto, il gip «ragiona» da pm - è questo è uno dei tanti cortocircuiti mai sanati della riforma del codice - e ipotizza per il macellaio un'imputazione (anziché un'indagine) come se la ricostruzione dell'accusa fosse oro colato: «Non sussistono dubbi circa la corretta qualificazione giuridica dei fatti operata dal pm», si legge.

Eppure l'uomo - secondo la ricostruzione - si è difeso da un'aggressione dimenandosi con il coltello, ignaro di aver colpito i malviventi nel pugno di secondi della colluttazione, da cui sono fuggiti con le loro gambe per salire su un'auto guidata da un complice per 800 metri. «Il giudice ha sempre il dovere di verificare il favor innocentiae - ragiona con il Giornale l'avvocato Ivano Iai - e i presupposti per la legittima difesa putativa (in caso di aggressione meramente supposta e non reale, ndr) che esclude la condotta criminosa alla persona». Per cui se è omicidio, eventualmente è colposo. Il gip invece accusa l'uomo anche di aver fatto rumore, facendosi così sentire dai ladri. Umanamente spiace per chi ha perso la vita, ma qui siamo al ribaltamento degli equilibri, i ladri come vittime e le vittime come assassini perché anziché difendere i propri beni - si legge nel provvedimento - il macellaio avrebbe dovuto scappare o nascondersi e chiamare i carabinieri (arrivate mezz'ora dopo...).

È la stessa premier Giorgia Meloni, nel libro-intervista con Alessandro Sallusti (come osserva Peppe Caridi su Strettoweb) a sottolineare come «una parte della magistratura per

estrazione culturale» non sia «particolarmente sensibile al tema della proprietà privata, che considera in molti casi una sorta di lusso». E con una magistratura ideologica il diritto alla difesa, legittima o meno, è un'utopia.

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