Se la Nemesi si accanisce pure a sinistra

Eh no, non c'è nessuna "giustizia poetica", per valersi delle parole dello scrittore Gianrico Carofiglio, nella positività al virus del direttore della Stampa Massimo Giannini

Se la Nemesi si accanisce pure a sinistra

Eh no, non c'è nessuna «giustizia poetica», per valersi delle parole dello scrittore Gianrico Carofiglio, nella positività al virus del direttore della Stampa Massimo Giannini. «L'idea della giustizia poetica, teorizzata da studiosi di letteratura inglese nel XVII secolo, è che chi si comporta in un certo modo sbagliato agli occhi dell'autore poi ne subisce le conseguenze», aveva detto l'ex pm a Otto e Mezzo su La7. E proprio su una di quelle poltrone l'altro giorno c'era seduto Giannini, che incautamente aveva giusto gigioneggiato sugli sprovveduti sovranisti che minimizzando la pandemia avevano ricevuto per ripicca la «lezione morale» di rischiare la vita.

Altro che «la drammatica impostura dei negazionisti che avanza», altro che la «cinica disinvoltura dei riduzionisti», come ha scritto ancora ieri Giannini dalla convalescenza casalinga. Il vero pericolo è questa strampalata e cinica narrazione, questa idea di Nemesi, dea della Giustizia, che si sbizzarrisce nel far ammalare di Covid i sedicenti «negazionisti» del Covid stesso, da Donald Trump a Jair Bolsonaro e Boris Johnson. È l'ennesimo copione di pessimo gusto che mescola finta pietà e boriosa inquisizione contro i nemici come il cattivo per eccellenza, Matteo Salvini, dipinto come un untore che dove va semina cluster «ongendo i cadenacci e ferri delle porte delle case» come durante la manzoniana peste di Milano.

E allora cosa bisognerebbe dire del direttore della Stampa, che si è beccato il Covid nonostante la massima prudenza e ci si immagina un comportamento di rispettoso ossequio delle regole, in linea con gli appelli alla sicurezza ribaditi in tv? Che ha messo a rischio la salute dei suoi colleghi? Non ci permetteremmo mai. E che dire di Nicola Zingaretti, il primo «teorico del negazionismo» positivo al Covid, lui che alle mascherine preferiva gli spritz ai Navigli all'inizio della pandemia? O dell'ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, un'esperta del ramo? Per loro, giustamente, solo tweet rincuoranti e auguri amorevoli di pronta guarigione, a cui si uniscono tutti gli italiani di buonsenso.

No, non c'è nessuna nemesi, nessuna lezione morale, men che mai una «giustizia poetica». C'è solo questo virus bastardo e infido che colpisce a casaccio.

Spiace per i sedicenti buoni, quelli che hanno sempre ragione. I cattivoni dei sovranisti hanno forse il difetto (Boris dixit) di amare, più delle regole, un male incurabile chiamato libertà. E per la sinistra, questa sì, è una colpa gravissima.

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