Il segnale di Mattarella a sorpresa nel Bresciano: se la politica sembra assente, lo Stato invece c'è

La visita in Franciacorta, dove era stata rubata la croce in onore dei morti per il Covid. L'ennesimo appello ai partiti: "Mettere da parte le partigianerie"

Il segnale di Mattarella a sorpresa nel Bresciano: se la politica sembra assente, lo Stato invece c'è

Poi, certo, le parole pesano. «Ricordare i nostri morti è un dovere - dice - che va affiancato dal dovere della responsabilità. Dobbiamo proseguire l'impegno mettendo da parte partigianerie ed egoismi». Ma stavolta forse conta più il gesto, la visita improvvisa, il presentarsi con i corazzieri alle dieci del mattino nel cimitero di Castegnato, in Franciacorta, lì dove il 9 settembre era stata rubata la croce in onore dei caduti di Covid, deporre una corona, piegare la testa, parlare con la gente. Il presidente della Repubblica nell'epicentro bresciano del contagio: 2.750 vittime nella provincia, 25 solo nel paese. Un messaggio forte. Se la politica sembra assente, se il governo appare lontano, ecco Sergio Mattarella che vuol far vedere che lo Stato, fisicamente, c'è. Dovrebbe lavorare «insieme», però questo è un altro discorso.

«Pensavo che fosse uno scherzo per Halloween - racconta il sindaco Gianluca Cominassi - Quando ieri sera mi hanno telefonato per avvisarmi, non ci volevo credere». Invece è vero. Il capo dello Stato, «molto colpito» dalla storia del monumento vandalizzato, ha deciso d'impulso e ha fatto modificare la sua agenda. Il volo, l'arrivo alle 10,15, la scorta ridotta, qualche minuto di raccoglimento, due parole con i parenti, l'incontro con sindaco e consiglieri comunali davanti al camposanto, gli applausi finali. «In questi giorni dedicati al loro ricordo - dice Mattarella - sono venuto qui per rivolgere il pensiero a tutti i defunti e, tra loro, alle vittime di Coronavirus, ai tanti morti in solitudine. E ho scelto di farlo in questo cimitero dove è avvenuto il furto ignobile della croce posta a memoria della pandemia».

Una brutta vicenda che lo ha davvero turbato. La croce, un bronzo di un metro e sessanta per 90 centimetri, opera dell'artista Ettore Calvelli, era stata donata tre anni fa da una benefattrice alla parrocchia di Castegnato e da qualche mese impreziosiva la stele che raffigura le stazioni della Via Crucis. «Abbraccia quanti, nell'ultima ora, non abbiamo potuto confortare e anche noi, perché possiamo ritrovare consolazione e speranza», questa la scritta sulla lapide. «Non so se il Covid ci ha reso migliori», commenta il sindaco dopo il furto.

Il presidente era atteso a Brescia giovedì scorso, per l'inaugurazione dell'anno accademico e la cerimonia del ritorno della statua romana della Vittoria Alata. Impegno cancellato per motivi di sicurezza: il Covid è entrato pure nel Quirinale. Ma questa visita non voleva mancarla, per due motivi. Primo, per ricordare i morti per il virus da uno dei luoghi simboli della tragedia nazionale. Secondo, per richiamare chi deve decidere a muoversi e a smetterla di perdere tempo e scontrarsi. «Abbiamo il dovere della responsabilità, di continuare nel lavoro per contrastare e sconfiggere una malattia così grave». E bisogna farlo, aggiunge, cominciando una buona volta a fare squadra, abbandonando «partigianerie, protagonismi ed egoismi, unendo gli sforzi di tutti».

Ciascuno di noi, maggioranza o opposizione, governo centrale o regionale, «quale che sia il suo ruolo e quali che siano le sue convinzioni», deve darsi da fare «nell'obbiettivo comune di difendere la salute delle persone e di assicurare la ripresa del nostro Paese». Il lockdown è alle porte, ci vorrebbe un'intesa nazionale. Invece a Roma si litiga ancora.

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