È un ottobre da ricordare per i quasi 900 ex senatori che, a fine mese, si vedranno finalmente bonificato non solo il vitalizio intero, senza più gli odiati tagli, ma anche tutti gli arretrati, dal gennaio 2019 ad oggi. Con la decisione della Commissione contenziosa del Senato, dopo due anni di battaglie e ricorsi, si è ristabilito il loro diritto a godere pienamente dell'assegno vitalizio, spesso molto generoso, conquistato anche con una sola settimana di presenza a Palazzo Madama. La decisione dell'organo giurisdizionale del Senato ha annullato la delibera dell'Ufficio di presidenza che, su iniziativa del M5s, nel 2018 aveva ricalcolato i vitalizi con il metodo contributivo arrivando quindi ad un taglio considerevole degli importi, visto che il vecchio sistema di calcolo delle pensioni dei parlamentari (abolito nel 2012) non era parametrato neppure lontanamente ai contributi versati. La commissione del Senato preposta a valutare le centinaia di ricorsi ha motivato l'annullamento del taglio, facendo così felici gli ex senatori che riceveranno adesso migliaia e migliaia di euro di «risarcimento» per i tagli subiti e ora revocati. «La Commissione contenziosa di Palazzo Madama ha tenuto conto dei rilievi tecnico giuridici espressi in materia - spiega il senatore Giacomo Caliendo, presidente della commissione -. Certamente la decisione verrà impugnata, ma se nel 2012 i vitalizi sono stati sostituiti dalla pensione basata sui contributi versati, perché dovrebbe essere legittimo dire oggi che vanno ricalcolati?». Esulta Maurizio Paniz, avvocato ex deputato di Forza Italia, difensore degli ex parlamentari che hanno fatto ricorso: «È stato semplicemente rispettato lo stato di diritto. Non si può colpire così una sola categoria di persone e in maniera così irrazionale?».
Nell'esercito degli ex senatori c'è di tutto e alcuni trattamenti sono difficili da giustificare come diritto intoccabile. Come i 2mila euro mensili dell'ex senatore Eugenio Scalfari, o i 3mila euro al mese di Piero Craveri, recordman del vitalizio ottenuto con una sola settimana in Parlamento, dal 2 al 9 luglio 1987. Tutti gli assegni torneranno alle cifre originarie, con in più gli arretrati che sono un botto di soldi. L'ex senatore Goffredo Bettini, Pd, aspetta un bonifico di 55mila euro, l'ex senatore Marco Follini (8mila euro di vitalizio) altrettanti.
Per molti si tratta di un aumento dell'80% rispetto alla pensione del mese prima. L'ex senatore leghista Francesco Speroni vale 2.500 euro in più al mese (totale 6.500 euro), «se me li danno questi soldi, li prendo, non è che li butto via...» ammette senza imbarazzi.
Una bella notizia, per loro. Una sconfitta per il M5s, che del taglio dei vitalizi ha fatto un provvedimento bandiera.
Per ora vale solo per gli ex senatori ma è evidente che apre la strada allo stesso esito anche per gli ex deputati, che sono ancora di più (1.020 assegni diretti più 520 di reversibilità) che già si fregano le mani. L'ex deputata Ilona Staller, in arte Cicciolina, in prima fila.
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