Il senatore leghista si sente perseguitato: «Sei interventi, mia madre è morta e pure un incidente»

Il senatore leghista si sente perseguitato: «Sei interventi, mia madre è morta e pure un incidente»

MilanoLa ragione per la quale lo faccia non è del tutto chiara, ma pare che Roberto Calderoli si diverta come un matto. Il vicepresidente del Senato per la Lega nord, movimenta l'estate con le sue battute, salendo di nuovo sul suo cavallo di battaglia preferito per punzecchiare l'ex ministra congolese Cécile Kyenge. Il buontempone ex ministro dopo essersi fatto fotografare giorni fa con un serpente di due metri ucciso nella sua cucina, incolpando l'europarlamentare del Pd di avergli fatto una macumba, è tornato all'attacco con un'intervista su Oggi , elencando la serie di disgrazie che gli sono capitate in questi mesi, chiedendo alla famiglia Kyenge di fargli la grazia.

«Sei volte in sala operatoria, due in rianimazione, una in terapia intensiva, è morta mia mamma e nell'ultimo incidente mi sono rotto due vertebre e due dita. A me sembra un po' troppo, forse è il caso di mandare un messaggio distensivo a papà Kyenge per chiedergli la revoca del rituale che mi fece», azzarda Calderoli. «Non sono mai stato superstizioso ma dopo la macumba che mi ha fatto il papà della Kyenge mi è capitato di tutto e di più - aveva postato su Facebook alcuni giorni fa - Non so se devo mettere un annuncio sul giornale o chiamare direttamente Bergoglio, sempre che non sia troppo occupato a sistemare gli immigrati a casa nostra, ma io devo trovare assolutamente un esorcista. Se qualcuno ha numeri di telefono o mail di esorcisti li aspetto con gratitudine...».

Quando Calderoli, colto da un eccesso di cavalleria, paragonò l'ex ministro dell'Integrazione del governo Letta ad un'orango, proprio Oggi raggiunse in Katanga il padre Clement Kikoko Kyenge, funzionario statale, capo villaggio con quattro mogli e 39 figli, «che compì un rito tribale affinché gli avi lo liberassero da cattivi pensieri e parole offensive, usando parole di tolleranza e non di vendetta».

Le foto e i video di Oggi erano inquietanti: la tribù di etnia bakunda aveva messo una foto di Calderoli in mezzo ai termitai. Dopo quel rito alcuni colleghi napoletani gli regalarono un cornetto di corallo: due giorni dopo, senza una pressione di alcun genere, si spezzò in due. «E una maga vide forze tremende in azione attorno a me», aggiunge il chirurgo di Bergamo. Il settimanale ha telefonato anche questa volta a Clement Kikoko Kyenge, che aggiunge: «Un serpente in casa non è un bel segnale e non sono sicuro che Calderoli abbia fatto bene a ucciderlo... Se quando lui ha chiesto scusa a Cécile era sincero, può stare tranquillo. Se, invece, quelle scuse sono state frutto di calcolo e convenienza, gli antenati potrebbero innervosirsi». Buh . A questo punto anche quelli del senatore non stanno sereni. La stessa Kyenge su Affaritaliani.it rincara: «La perseguitata sono io.

Non so di quale religione sia lui. Io sono cattolica e per me queste cose non esistono». Invece esistono. Il 30 agosto inizia il processo contro Calderoli per «dichiarazione aggravata da odio razziale». Se non è macumba questa...

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