Senza Giovanna per lui non era più vita. Per sua stessa ammissione sui social, provava troppo dolore. Così ha posto fine a tutto uccidendola e suicidandosi subito dopo con la stessa arma, un bisturi. Salvatore Patinella, 41 anni, operatore socio sanitario all'ospedale di Partinico, giovedì sera è andato a trovare Giovanna nell'appartamento di via Giovanna D'Arco, a Villabate (Palermo), in cui aveva vissuto con lei e con Carlotta, 16 anni, figlia di lei, che lui - come scrive su Facebook - considerava una figlia.
Hanno cenato (Carlotta era fuori casa), poi la lite. Da un mese non stavano insieme dopo 4 anni di convivenza, e Salvatore non si dava pace. Giovanna si definiva «single» su Facebook, ma forse voleva rifarsi una vita. Salvatore probabilmente ha provato un'ultima volta a ricucire un rapporto che lei si era gettata alle spalle e, non riuscendovi, ha scaricato la frustrazione con un bisturi su di lei. Poi ha posto fine anche alla propria vita. Perché non concepiva di stare senza lei. È stato un amico della coppia ad allertare i carabinieri dopo avere letto su Fb il post in cui Salvatore chiedeva scusa a Dio, ai familiari e agli amici. Un post che rivela la sua disperazione, ma anche la lucidità nel commettere il delitto. «Chiedo in ginocchio umilmente scusa a Dio e a Carlotta, sei stata come una figlia per me, per il dolore atroce che, purtroppo, non avrei mai immaginato di recarti, ma è lo stesso dolore che io sto provando da un mese circa, non riesco più a dormire, più a mangiare, consapevole che l'avrei provato per tutta la vita, arrivando alla follia, senza mai darmi una spiegazione per la perdita: del mio unico amore, meraviglioso tesoro mio, Giovanna, la mia principessa il mio universo, il mio tutto. Di te Carlotta cresciuta come una figlia, della mia casa, eravate la mia famiglia». E ancora: «Chiedo scusa ai miei genitori, alle nostre famiglie, alle sorelle e fratelli, ai nipoti, ma non di meno ai miei compari, per me come fratelli, persone uniche, meravigliose e speciali e a tutte le persone che ci hanno voluto bene, nonostante il gesto atroce che io sto per compiere». Parole da cui trapelano il dolore e l'angoscia che Salvatore ha ritenuto di non riuscire a sopportare per il resto della vita, ma averli provati non lo ha distolto dal condannare a subirli tutti coloro che amavano Giovanna. «Ho imparato che tutto accade per una ragione», scriveva lei su Fb nel giugno 2021, ma la sua morte resta senza un perché se non quello di un amore distorto, che amore proprio non si può chiamare. «Rip. Non lo perdonare mai», si legge tra i commenti su Fb.
A rinvenire i due corpi esanimi sono stati i carabinieri e i vigili del fuoco. Le salme sono all'Istituto di Medicina legale del Policlinico di Palermo perché la procura ne ha disposto l'autopsia per stabilire l'ora esatta della tragedia, avvenuta tra le 20 e le 22, e quale o quali fendenti sono stati letali per Giovanna. A Villabate sarà lutto cittadino il giorno del funerale. Già ieri le luminarie natalizie sono state spente, come annunciato dal sindaco, Gaetano Di Chiara, che ha ricordato il buon cuore di Giovanna, volontaria dell'associazione Archè: «La nostra comunità è sconvolta ha detto -.
Conoscevamo tutti Giovanna, una donna da anni impegnata nel sociale, che ha avuto un ruolo importante nel periodo della pandemia. Si è candidata 2 volte al consiglio comunale. Una donna che amava la vita e si prodigava per i più deboli. Non meritava la fine che ha fatto».
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