"Cari Di Maio, Toninelli e capigruppo M5S vi chiediamo formalmente e ufficialmente se sull’emendamento all’Italicum da voi caldeggiato e richiesto, che sposta il premio alla lista dalla coalizione, voterete a favore della nostra proposta, o continuerete a rifiutare ogni forma di collaborazione". Debora Serracchiani prende carta e penna e scrive, a nome di tutto il Pd, una lettera ai vertici del Movimento 5 Stelle. Tra questi non c'è Beppe Grillo, ma il messaggio è sin troppo chiaro. Il piddì cerca l'appoggio dei pentastellati per portare a casa, quanto prima, la riforma della legge elettorale.
La Serracchiani scrive ai rappresentanti del Movimento 5 Stelle che sedevano al tavolo degli incontri in streaming con Matteo Renzi dello scorso giugno. "Da martedì il Senato voterà sulla legge elettorale", fa notare il vicesegretario del Partito democratico rivelando che dopo una lunga discussione, anche alla luce del confronto in streaming, sono stati proposti alcuni emendamenti al testo uscito dalla Camera. "Uno in particolare - fa notare la Serracchiani - raccoglie la proposta più forte avanzata da voi Cinque Stelle nel corso del colloquio con noi: assegnare il premio alla lista e non alla coalizione". Per la Serracchiani si tratterebbe di "una svolta importante per la politica italiana". "Chi ha seguito il nostro incontro non ha bisogno di conoscere le puntate precedenti. Lo streaming peraltro ci è testimone", conclude il vicesegretario piddì chiedendo "formalmente e ufficialmente" ai grillini se voteranno a favore dell'emendamento "dimostrando di essere interessati a proposte concrete o se continuerete a rifiutare ogni forma di collaborazione".
All'interno del Pd, però, la lettera della Serracchiani ha scatenato non pochi malumori. "Mi chiedo se Renzi scriverà una lettera anche ai trenta senatori del Pd che hanno posto la questione dei capilista bloccati, perchè è singolare che sulla legge elettorale si parli con tutti tranne che con il Pd", ha commentato il deputato della minoranza dem Alfredo D’Attorre invitando il partito e Renzi a "discutere su tutto".
"È singolare l’idea che a ogni partito venga offerto l’accordo su un punto diverso della legge elettorale", conclude il "ribelle" dem spiegando che sulle riforme non si può "continuare a parlare solo di tempi e sedute notturne". "Siamo disponibili a ogni sforzo - ha comunque detto D'Attorre - purché ci sia la disponibilità a ragionare nel merito".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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