Biden è a un passo dalla Casa Bianca. Ma Trump non molla: "Evidenti illegalità"

Lo sfidante allunga in Nevada e riduce il distacco in Georgia e Pennsylvania Arizona. L'Osce: "Brogli? Niente prove".

Biden è a un passo dalla Casa Bianca. Ma Trump non molla: "Evidenti illegalità"

Washington. Joe Biden utilizza già i toni da presidente e trasmette fiducia ai suoi elettori sulla vittoria, ma per Donald Trump la battaglia è solo all'inizio. L'attuale Comandante in Capo, barricato alla Casa Bianca senza alcun appuntamento pubblico in agenda, è sul piede di guerra, e su Twitter sfoga senza freni la sua rabbia. «Fermate il conteggio», scrive, insistendo nella richiesta di bloccare lo spoglio delle schede arrivate dopo l'Election Day. Il tycoon avverte che «tutti gli Stati recentemente assegnati a Biden saranno sfidati legalmente per frode elettorale. Ci sono un mare di prove. Vinceremo». «I nostri avvocati hanno chiesto un accesso significativo, ma a cosa serve? Il danno è già stato fatto all'integrità del nostro sistema e alla stessa elezione presidenziale. Questo è ciò che dovrebbe essere discusso», prosegue. Il sito di microblogging ha segnalato diversi cinguettii di Trump sulla necessità di non contare i voti arrivati dopo il 3 novembre, bollandoli come potenzialmente fuorvianti. E gli osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) definiscono «infondate» le accuse di brogli avanzate dal tycoon e criticano le premature dichiarazioni di vittoria rilasciate nel corso dell'Election night: «Abuso d'ufficio».

Ma The Donald è un fiume in piena, e in un comunicato (tutto a lettere maiuscole) diffuso dalla sua campagna elettorale, accusa: «Se si contano i voti legali vinco facilmente le elezioni. Se si contano i voti illegali e quelli in ritardo, ci rubano le elezioni». Accuse già definite «infondate» e «carenti di prove» dall'Osce, secondo cui «danneggiano la fiducia pubblica nelle istituzioni democratiche». «Il voto - insistono gli osservatori - è stato gestito nonostante le incertezze legali e le sfide logistiche».

«Donald Trump è vivo e vegeto», fa sapere il manager Bill Stepien, esortando tutti a non considerare il presidente fuori dalla corsa. La campagna infatti resta fiduciosa e prevede la vittoria finale, con un risultato che sarà chiaro già oggi. Intanto, prosegue la battaglia legale. Lo staff di Trump, secondo quanto riportato da Fox News, si prepara ad avviare un'azione anche in Nevada, sostenendo che circa 10.000 persone nello stato hanno votato illegalmente. Nel frattempo un giudice della Georgia respinge la causa avviata dalla campagna di Donald e altre due sconfitte legale arrivano dal Michigan e dalla Pennsylvania.

Con il risultato elettorale sempre più incerto, secondo il New York Times, il genero e consigliere di Trump, Jared Kushner, è alla ricerca di una figura alla James Baker in grado di condurre la lotta per contestare l'esito del voto in vari stati. Baker, ex segretario di Stato ed ex stratega elettorale di casa Bush, guidò con successo lo stuolo di avvocati assoldati dalla campagna di George W. per la battaglia della Florida del 2000, decisa alla fine dalla Corte Suprema. Va a rilento, invece, la conta dei voti negli ultimi stati in bilico che decideranno le elezioni, ossia Georgia, Pennsylvania, North Carolina, Nevada e Arizona. Nei primi tre Trump è avanti, ma fatta eccezione per la North Carolina il suo vantaggio si assottiglia mano a mano che si contano i voti per posta, arrivati da contee a maggioranza democratica. In Pennsylvania il risultato è in arrivo, mentre in Nevada il rivale dem allunga il distacco, ma il risultato finale potrebbe non arrivare sino alla settimana prossima. E poi c'è l'Arizona, che rappresenta la vera ultima speranza del tycoon di rimanere alla Casa Bianca (ammesso che riesca a portare a casa Georgia, Pennsylvania e North Carolina). Qui il conteggio è rimasto inspiegabilmente in stallo per quasi ventiquatt'ore. Biden, intanto, ripete come un mantra di «essere pazienti»: «Si continuano a contare i voti, e ci sentiamo bene per la posizione in cui siamo». «I nostri dati mostrano che Joe Biden sarà il prossimo presidente - chiosa da parte sua il manager della campagna elettorale del candidato dell'Asinello, Jen O'Malley Dillon - Siamo assolutamente fiduciosi». Lo staff dell'ex vice presidente ribadisce che le azioni legali della campagna di The Donald sono senza merito, e rappresentano solo un tentativo di ritardare il risultato. In particolare, l'attesa del team di Biden è di riuscire a vincere con un margine considerevole anche la Pennsylvania.

Intanto, l'ex numero due di Barack Obama pensa già al suo primo giorno nello Studio Ovale e al primo atto da 46/mo presidente degli Stati Uniti, ossia firmare le carte con cui gli Usa rientreranno nell'accordo di Parigi sul clima. «Oggi l'amministrazione Trump ha ufficialmente abbandonato l'accordo di Parigi, ed esattamente fra 77 giorni un'amministrazione Biden vi rientrerà», twitta.

A frenare le sue ambizioni potrebbe essere però un Congresso in cui i repubblicani continueranno ad avere il controllo del Senato: stando allo scenario che si sta delineando in queste ore, Biden potrebbe contare su una Camera a guida democratica, ma con il Senato in mano al Grand Old Party sarebbe un'anatra zoppa. La Speaker della Camera Nancy Pelosi, in videoconfernza con i parlamentari democratici, si consola: «Non abbiamo vinto tutte le battaglie, ma abbiamo vinto la guerra».

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