La rivelazione della bozza di risoluzione del Movimento 5 stelle ha aperto un ulteriore fronte di rottura all'interno del M5s. Il primo attacco diretto è arrivato proprio da Luigi Di Maio: "Ho letto in queste ore che c'è una parte dei senatori della forza politica cui appartengo che avrebbe proposto una bozza di testo da inserire nella risoluzione, che di fatto ci disallinea dall'Alleanza Nato e ci disallinea dall'Ue". Parole che hanno creato ulteriore tensione all'interno del partito guidato da Giuseppe Conte.
L'affondo di Di Maio contro il suo partito è stato totale: "Se è un'Alleanza difensiva e ci siamo tutti quanti dentro, lavoriamo tutti quanti insieme per una soluzione pacifica. Non è che ci sganciamo e cominciamo a fare cose che magari possono essere utilizzate dalla propaganda russa per dire che l'Italia sta un po' di più con la Russia che con la Nato: questo non ce lo possiamo permettere". Ma alle sue parole sono seguite a stretto giro quelle di un altro esponente governativo, Alessandra Todde, viceministro allo Sviluppo economico e vicepresidente del M5S.
"Chiunque dica che noi facciamo una politica che non è all'interno del contesto europeo e della Nato, che è anti-atlantica, non lo sta dicendo in buona fede. In realtà stiamo semplicemente ponendo al governo dei temi democratici e necessari in una dialettica politica", ha tuonato il viceministro, in riferimento alla critica mossa da Di Maio sulla bozza di risoluzione. Ma il punto di vista di Alessandra Todde non incontra nemmeno quello di Laura Castelli, viceministro dell'Economia: "Io di sicuro non voterei una risoluzione, qualora presentata dal mio gruppo, in cui si chiede di non inviare armi all'Ucraina. Un punto che va fuori dalla collocazione storica dell'Italia".
Ma ancora una volta, il ministro degli Esteri è stato preso di mira per le esternazioni pubbliche contro il partito. Prima, Alessandra Todde ha ribadito la posizione già espressa da Giuseppe Conte: "Credo che Di Maio, parlando in una certa modalità, si stia ponendo fuori dal Movimento. Abbiamo degli organi interni in cui dibattere, come il Consiglio nazionale. La discussione deve essere fatta lì, se viene fatta a mezzo stampa ci assume la responsabilità di quello che si fa".
Poi, Michele Gubitosa, vice presidente M5s, ha rincarato la dose: "Oggi Di Maio è un ministro della Repubblica perché è espressione della prima forza politica, non perché si chiama Luigi Di Maio, e mi domando quanto al governo rappresenti ancora il M5s, o se stia rappresentando solo sé stesso o qualcun altro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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