Susanna Di Pietra, 33 anni, romana, vive di parole, emozioni, sentimenti. Ma anche di «gesti». Sono quelli che lei fa, ogni giorno, per tradurre ai sordi i discorsi sul Coronavirus: numeri, provvedimenti, raccomandazioni su tutto ciò che riguarda l'emergenza Covid-19. Per gli italiani è diventato un volto familiare, soprattutto da quando appare in tv con regolarità a fianco del premier Conte e del capo della Protezione civile, Borrelli. Tocca a Susanna l'ingrato compito di far capire al popolo dei sordi tutte le novità di giornata sull'epidemia che ha segregato in casa un intero Paese. «È una responsabilità enorme - spiega Di Pietra al Giornale -. Anch'io, come tutti, sento il peso delle informazione che sono chiamata a illustrare attraverso non solo l'alfabeto dei gesti, ma anche il linguaggio del corpo». Insomma, un combinato disposto tra la gestualità delle mani è l'espressività del volto. «Se le frasi pronunciate dai relatori vengono espresse con un tono allarmato o rassicurante - racconta Susanna - chi svolge il mio lavoro deve essere in grado di trasferire ai sordi anche questi particolari tipi di emotività».
Purtroppo, ormai da settimane, traduce numeri di morte e situazioni angoscianti: «Cerco di farlo nella maniera più precisa e completa possibile. Non indosso mai abiti vistosi né gioielli per evitare di distrarre i telespettatori che così possono concentrasi esclusivamente sull'importanza del messaggio». Durante i drammatici video-messaggi alla nazione del presidente Conte e nel corso delle conferenze stampa in diretta con Borrelli, Susanna mostra sempre un'assoluta padronanza dei tempi e i suoi gesti iniziano e si interrompono esattamente in sincrono con l'inizio e la fine degli interventi di chi in quel momento sta parlando al microfono. Una perfezione attestata anche dai tanti complimenti ricevuti da Susanna. I cui occhi e riccioli neri hanno bucato il video: «Ammiratori? Beh, non esageriamo...». Di Pietra è stata chiamata a svolgere il suo compito in tv attraverso l'Ente Nazionale Sordi, ma conosce bene e stima anche Francesca Malaspina, presidente nazionale del'Associazione interprete di lingua dei segni (LIS) grazie alla quale questa professione ha acquisito un suo ruolo sociale di primo piano, riconosciuto anche dallo stesso premier Conte. «Quello dell'interprete LIS - spiega Malaspina - è un lavoro fondamentale per garantire il diritto delle persone sorde.
Esistono infatti innumerevoli ambiti della vita quotidiana nei quali è richiesta la nostra figura: una traduzione in tribunale, in sala operatoria, dal notaio, all'università. Ma anche in situazioni più leggere, com'è accaduto durante l'ultimo Festival di Sanremo con i nostri interpreti che, affiancati da alcuni performer, hanno rappresentato le canzoni in gara».
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