Le speranze erano poche e ieri sera è arrivata la triste notizia. Il corpo privo di vita del 27enne studente francese Simon Gautier è stato trovato lungo la costa di Scario nel Cilento in fondo a un burrone. Il giovane era scomparso dieci giorni fa dopo essere partito da Policastro, paesino montano in provincia di Salerno. Dalla sua drammatica telefonata al 118 non è stato più possibile raggiungerlo. Le ricerche erano scattate subito dopo la chiamata, quella la mattina di venerdì 9 agosto: «Mi chiamo Simon Gautier e sono francese le sue ultime parole-. Non so dove mi trovo, mi potete aiutare per favore. Sono caduto, ho due gambe rotte e sto morendo di dolore».
Simon era precipitato da un sentiero ed era finito in un'area poco visibile; ieri pomeriggio, poco dopo le 18,30, uno dei soccorritori del soccorso alpino impiegato nelle ricerche ha inviduato qualcosa in lontananza con il binocolo. Guardando meglio ha capito che si trattava di uno zaino, dopodiché una squadra si è calata in fondo al burrone e ha ritrovato il corpo. Si concludono quindi le ricerche del giovane studente di storia dell'arte moderna che viveva a Roma da due anni e mezzo. Nel corso dei dieci giorni la madre (che mercoledì scorso si era trasferita con amici e familiari a Policastro) e i media francesi avevano ironizzato sull'efficacia dei soccorsi italiani. In particolare si sosteneva che dopo 5 giorni sarebbe stato perfettamente inutile continuare le ricerche dato che il giovane sarebbe comunque morto di stenti. Inoltre si era accesa una polemica per via dei fondi europei stanziati, e a loro dire mai utilizzati, per permettere all'Italia di effettuare ricerche con il satellite per geolocalizzare subito i dispersi. Verifiche erano inoltre state effettuate su alcune tracce di sangue ritrovate sulla spiaggia della Molara. I campioni erano stati trasportati al laboratorio dell'ospedale San Luca di Vallo della Lucania.
E ieri, poco prima del ritrovamento, un suo amico giornalista con la troupe a Policastro, aveva parlato in diretta al tg di Antenne 2. «Sappiamo che Simon ha spento il telefonino intorno alle 20 per dormire sotto le stelle. Non ha acceso il cellulare fino al giorno successivo, quello dell'incidente». C'è anche un testimone che lo avrebbe visto vicino al villaggio di San Giovanni a Piro. «Gli si addice perché ama questo tipo di architettura - afferma sempre Heloise -. A questo punto sono certo che volesse raggiungere Camerotta, a ovest di San Giovanni a Piro». Tre percorsi conducono ad esso. Di cui uno attraverso la foresta impossibile da rastrellare per l'elicottero della protezione civile italiana.
Una geolocalizzazione complicata, se non impossibile, perché ci sono pochissime antenne in questa regione disabitata. Nonostante questo, anche guide e abitanti del posto stavano cercando il giovane assieme ai suoi amici arrivati dalla Francia.
Nella zona delle ricerche era arrivato anche l'ambasciatore di Francia e il padre di Simon. La madre, Delfina Godard aveva lanciato un appello tramite il sito di informazione online Trekking tv del Golfo di Policastro. Tutto inutile.
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