Anche la frangia più ostinata della Cgil, che fa capo alla Fiom, non si capacita dell'attacco, da parte degli estremisti No green pass, alla sede nazionale di Corso d'Italia nella Capitale. In fondo la posizione di chi è sceso in piazza e del sindacato di Landini non è dissimile: entrambi chiedono i tamponi gratuiti, entrambi chiedono che venga istituito l'obbligo vaccinale. È qui che emerge l'evidente paradosso peraltro messo a nudo dalla segretaria generale Fiom Cgil Francesca Re David che sostiene: «Penso che dobbiamo essere molto attenti a capire cosa sta succedendo, perché nella storia di questo Paese proprio sull'impoverimento delle persone che si sentono sole i fascismi hanno trovato terreno fertile. Tra l'altro non capisco l'assalto alla Cgil, dato che noi non eravamo d'accordo col green pass, eravamo per altri tipi di provvedimenti come il vaccino obbligatorio o i tamponi gratuiti. Noi come sindacati la pandemia l'abbiamo gestita benissimo fin dall'inizio, quando abbiamo scioperato per far chiudere le fabbriche e far rallentare la pandemia». Posizione che trova conferma nell'altra donna forte della Cgil, la vicesegretaria generale nazionale Gianna Fracassi che stigmatizza la chiarezza della matrice fascista. «Noi crediamo che proprio per la dinamica alla fine a tutti quelli che sono stati arrestati non interessa assolutamente la questione del green pass. Il tema è altro, è colpire i luoghi della democrazia e in questo caso il lavoro, attaccando il sindacato confederale e i luoghi istituzionali». Al contrario, secondo la Fracassi dovrebbe essere la tutela del lavoro il dettato fondamentale da perseguire: «Il lavoro che invece è sempre al centro, oggi come allora. Le priorità del sindacato sono ancora quelle di tutelare il lavoro e garantire diritti alle persone che lavorano. Priorità che il tempo non scalfisce, anche se è chiaro che oggi il lavoro è diverso e quindi anche i nostri strumenti e le modalità devono essere diversi. La Cgil - ha concluso Fracassi - ha sempre trovato nel corso degli anni della sua storia la capacità di rinnovarsi e di comprendere e rappresentare il lavoro, altrimenti non saremmo durati tutto questo tempo». E proprio da sabato, che sia una coincidenza o meno, non è ancora stato appurato il sito web della Cgil ha subito un attacco hacker. La notizia arriva da Collettiva, il blog ufficiale del sindacato. Si tratterebbe di un attacco Ddos (Denial-of-service attack), ovvero gli attaccanti elaborano numerose richieste di accesso al sito portando i server in sovraccarico e mandando il sito offline. L'attacco sarebbe nato nelle stesse ore dell'assalto alla sede centrale del sindacato a Roma.
Solidarietà per l'hackeraggio subito è stata espressa anche dal segretario generale dell'Ugl Paolo Capone che chiosa: «Prendere di mira i sindacati è un attentato a presidi fondamentali di democrazia nel nostro Paese e un tentativo di indebolire i lavoratori».
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