Nella giornata più delicata dal punto di vista della sicurezza, con Roma blindata contro i black bloc per l'anniversario dei Trattati dell'Ue, senza colpo ferire, lo Stato italiano apre le porte di un'infrastruttura strategica a un gruppetto di attivisti-ambientalisti tedeschi, muniti di automobili e imbarcazione. Il tutto con l'entusiastica complicità di un sindaco grillino.
Siamo al porto di Civitavecchia, considerato sito sensibile. Nei giorni scorsi, dopo un carteggio passato sottotraccia, ma di cui Il Giornale è venuto in possesso, l'Autorità portuale e la Capitaneria hanno autorizzato alcuni rilevamenti ambientali chiesti dall'organizzazione tedesca Nabu, affiancata da un'associazione ambientalista italiana, Cittadini per l'aria.
Si tratta di organizzazioni che, sulla carta, si battono contro l'inquinamento provocato nei porti dalle navi da crociera. E che cosa hanno chiesto di fare, oggi 25 marzo, nel giorno di massima allerta nazionale? Di accedere al porto con due automobili, un'imbarcazione e di filmare i loro rilevamenti con operatori di una Tv svizzera e con l'ausilio di un drone.
Inutile girarci intorno: mai giorno fu più sbagliato. Ma soprattutto mai giorno fu più sbagliato per concedere questa autorizzazione, molto caldeggiata dal sindaco grillino di Civitavecchia, Antonio Cozzolino.
Le richieste delle associazioni portano le date del 9 e 14 marzo. Sono entrambe indirizzate al primo cittadino a 5 Stelle, che però non ha potere di approvarle. Così è lo stesso Cozzolino, il 15 marzo, a sollecitare il nulla osta, dicendosi «certo di un favorevole riscontro e dell'accoglimento delle richieste», a tre interlocutori istituzionali: l'Autorità portuale, la Capitaneria e la Prefettura di Roma. Sulla questione poi cala un rumoroso silenzio.
Ma l'autorizzazione arriva, come confermato a Il Giornale dal capo della Capitaneria, Giuseppe Tarzia, che parla di una via libera congiunto con l'Autorità portuale guidata da Francesco Maria di Majo. L'unico niet riguarda l'utilizzo dei droni, e ci sarebbe mancato altro.
Per il resto tedeschi e Televisione svizzera arriveranno stamattina presto al porto, via mare e via terra, per fare rilevamenti e filmare tutto. Ma qualcuno al ministero delle infrastrutture, guidato da Graziano Delrio, non nasconde preoccupazione.
«Se qui ci mettiamo ad autorizzare tutti gli attivisti esteri non la finiamo più», ha detto Ivano Russo, consigliere del ministro proprio sul tema dei porti. Il quale poi pone una domanda provocatoria.
«Lei ce li vede i tedeschi che
autorizzano ambientalisti italiani a fare rilevamenti al porto di Amburgo?». E la prefettura di Roma che dice? «Con loro non abbiamo avuto nessuna interlocuzione», ha ammesso laconicamente la Capitaneria di porto. Andiamo bene.
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