La Siria irrompe nella crisi. "Ma l'Italia non bombarderà"

Il premier Gentiloni frena sull'intervento. Di Maio si scopre atlantista. Salvini: Russia e Nato dialoghino

La Siria irrompe nella crisi. "Ma l'Italia non bombarderà"

In ordine sparso al Quirinale, senza la possibilità di comporre una coalizione di governo, nemmeno di fronte all'emergenza innescata dall'escalation della crisi siriana. Ma su questo tema una maggioranza assoluta c'è già. L'Italia senza governo è in sintonia con la Germania. Condanna della Siria, ma no ai raid annunciati dal presidente statunitense Donald Trump. La crisi passa dall'Onu e su questo sono d'accordo tutte le forze politiche che ieri sono sfilate davanti al Presidente della Repubblica.

In questo clima il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha avuto gioco facile a prendere una posizione, nonostante il mandato limitato agli affari correnti.

Il premier si è sentito al telefono con la Cancelliera tedesca Angela Merkel. Palazzo Chigi ha fatto sapere che ha ribadito «la ferma condanna delle violazioni dei diritti umani e della inaccettabile violenza usata nei confronti delle popolazioni civili con l'uso di armi chimiche da parte del regime siriano». Poi ha sottolineato che «l'Italia non parteciperà ad azioni militari in Siria».

Fornirà supporto logistico agli alleati, come prevedono gli accordi internazionali. Ma per il governo «una soluzione stabile e duratura per la Siria potrà venire lavorando per la pace e dando spazio alle Nazioni Unite».

La posizione del centrodestra è arrivata dopo il secondo giro di consultazioni. A illustrarla è stato significativamente il leader della Lega Matteo Salvini. «Pur ribadendo gli obblighi di lealtà all'Alleanza atlantica siamo contrari ad azioni unilaterali e riteniamo che la strada maestra sia lo spirito di Pratica di mare». Il riferimento è al vertice Nato del 2002 promosso dal governo Berlusconi, snodo importante del dialogo tra i Paesi Nato e la Russia.

Sui temi internazionali, insomma, la linea del centrodestra ricalca quella di Forza Italia. Dal canto loro, gli azzurri hanno precisato con una nota che «Nessuna azione militare può essere intrapresa, neppure la concessione dell'utilizzo di basi aeree, senza una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite».

Sintonia anche con il M5s. Il leader Luigi Di Maio, al termine delle consultazioni ha ribadito l'intenzione di «restare al fianco dei nostri alleati e consigliarli in un'ottica di pace, prima di tutto». Condanna degli attacchi cimici. Anche se la fine del conflitto in Siria «non sarà determinata dalle vittorie militari ma dalla diplomazia».

Per i pentastellati la crisi impone «un'accelerazione nella formazione del Governo. Non possiamo pensare di perdere altro tempo».

Poche prese di posizione dal Pd. Il partito della sinistra ha letto le vicende siriane quasi esclusivamente in chiave nazionale.

Per Andrea Romano, direttore del quotidiano renziano Democratica, «l'Italia sulla Siria rischia di prendere per la prima volta da dopoguerra una posizione isolata» perché «c'è un signore che si chiama Matteo Salvini». La posizione del centrodestra è stata invece in linea con gli orientamenti che ieri prevalevano in Europa. Sicuramente non quelli del presidente francese Macron, unico in Europa a dare da subito l'adesione ai raid.

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