Soldi, espropri e ritardi della giunta Vendola: tre motivi per una strage

Dal 2008 la Regione convoglia 180 milioni per le Ferrovie Bari Nord. I lavori? Mai iniziati

Soldi, espropri e ritardi della giunta Vendola: tre motivi per una strage

L’obiettivo ora è spostato al 2020. La tratta tra Corato e Andria potrebbe finalmente avere il doppio binario tra quattro anni. Decisamente troppi se si considera, come riportato dal Giornale, che già dal 2008 la Regione Puglia aveva convogliato ben 180 milioni di euro del Fondo europeo di sviluppo regionale sul «Grande Progetto» relativo all’ammodernamento delle Ferrovie Bari Nord. Se non vi fosse stata la sciagura, si potrebbe anche dire che i pugliesi sono solleciti. Un’infrastruttura come la Variante di Valico, seppur maggiormente complessa, ha richiesto una trentina d’anni sebbene la lunghezza sia comparabile.

Cerchiamo, allora, di tracciare una linea di confine tra la questione finanziaria e quella burocratico- amministrativa in modo tale da profilare quelle che potrebbero essere le responsabilità, politiche. Denaro e scartoffie sono due facce di una stessa medaglia. Il «Grande progetto» da 180 milioni, di cui 110 erano fondi regionali europei (dunque i restanti 70 milioni erano a carico dello Stato e della Regione), parte nel 2008 sulla carta, ma verso la fine del 2010 era stata solo decisa l’assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale (la temibile Via) il raddoppio della Corato-Andria, mentre erano nel frattempo partiti altri interventi come la linea da 7,7 chilometri per collegare l’aeroporto di Palese alla Ferrovia Bari Nord. Il progetto definitivo poteva essere approvato dall’Unione Europea solo dopo un quadro chiaro degli espropri che, però, nel 2012 non c’era.

Solo nel 2013 (e dunque ben 6 anni dopo l’avvio) l’iter avrebbe potuto dirsi avviato alla conclusione. Ma il 2013 era anche l’ultimo anno di vigenza della programmazione dei fondi europei. Per utilizzarli immediatamente la Regione Puglia avrebbe dovuto cofinanziare subito i lavori ed è altamente improbabile che l’ente locale disponesse immediatamente dello stanziamento vista l’inderogabilità di alcune spese correnti come quella sanitaria. Ma la telenovela non finisce qui. Il 10 luglio 2014 la giunta Vendola riprogramma l’intervento Corato-Andria suddividendolo in due lotti perché il gestore Ferrotramviaria ha denunciato «un allungamento imprevisto della fase istruttoria». Insomma, amministrazioni locali ed espropri vanno per le lunghe: il ciclo dei fondi sta per finire e dunque, come fanno quasi tutte le Regioni in questi frangenti, si riprogramma. Ecco perché la gara si chiuderà il 19 luglio prossimo.

«I lavori non sono stati completati a causa dei ritardi sul terreno, per le difficoltà a ottenere i permessi legati agli espropri dei terreni», hanno spiegato ieri a Bruxelles e così nel dicembre dell’anno scorso la Commissione Ue ha approvato la riprogrammazione pugliese. «La gestione del finanziamento spetta alle autorità nazionali», ha spiegato la portavoce della Commissione Ue per i Trasporti.

Allo stesso modo, si sarebbe potuto ammodernare il sistema di segnalamento automatizzandolo e dotando i treni del sistema automatico di blocco in caso di pericolo. Nello scorso dicembre è stata recepita una direttiva europea che impone la modernizzazione degli standard sulle reti ferroviarie interconnesse come la Bari Nord, anche se manca ancora il decreto attuativo. Ferrotramviaria ha già avviato gli adeguamenti tecnologici, forte anche del servizio in concessione. Ieri la Commissione Ue ha spiegato che gli adeguamenti sono obbligatori sulle nuove reti o su quelle che vengono ammodernate. E Andria-Corato è una vecchia tratta.

Il risultato? L’ex governatore Vendola può dire di aver fatto tutto il possibile, il nuovo governatore Emiliano sottolineare di aver fatto partire i lavori e i ministri delle Infrastrutture degli ultimi quattro anni dire di aver vigilato. In Italia, purtroppo, funziona così.

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