"Sorrisi e carezze ai bimbi I mostri sono spesso banali e irriconoscibili"

Uno degli attentatori accarezza una bimba prima di farsi esplodere in chiesa, altri due sorridono in ascensore. Com'è possibile tanta apparente tranquillità?

"Sorrisi e carezze ai bimbi I mostri sono spesso banali e irriconoscibili"

Cita Primo Levi per spiegare un orrore che ci sembra inspiegabile: «I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere davvero pericolosi. Sono più pericolosi gli uomini comuni». Luigi Zoja, psicanalista, autore de Nella mente di un terrorista (Einaudi, pagg. 128, euro 12) ci spiega che non c'è nulla di strano negli atteggiamenti normali dei terroristi prima delle stragi in Sri Lanka.

Uno degli attentatori accarezza una bimba prima di farsi esplodere in chiesa, altri due sorridono in ascensore. Com'è possibile tanta apparente tranquillità?

«Quando ci facciamo queste domande, siamo già caduti anche noi in un meccanismo di scissione. Pensiamo che siccome i terroristi sono dei mostri, debbano essere diversi, non umani. Troppo comodo. Invece sono proprio le persone normali che entrano nella logica degli schieramenti contrapposti».

Gli assassini sono persone comuni?

«Il mostro è nelle fiabe ma il problema è che ci sono essere umani in giro che possono essere davvero pericolosi. La maggior parte dei mostri sono banali e irriconoscibili. Non a caso Hannah Arendt parlava di «La Banalità del male».

Per questo sono sempre di più i terroristi islamisti borghesi e istruiti?

«Nella nostra civiltà mancano le passioni vere. La gente si ammazza per il calcio, alla ricerca di emozioni. Se non ci fossero i controlli, chissà quanti andrebbero alle partite armati di coltello».

Lei ha definito il radicalismo islamista una forma di nevrosi. Perché?

«Be', siamo tutti nevrotici, insoddisfatti, alla ricerca di qualcosa di emozionante».

Si diventa terroristi per questo?

«Sì, tanto è vero che chi vive in Occidente si radicalizza con più facilità. La vita è prevedibile, ci si annoia. Invece l'essere umano ha bisogno di passioni. Anche per questo ci si è inventati le guerre».

La religione è solo un pretesto?

«Non possiamo parlare di vera fede in questi casi. Anche perché la religione ha sempre offerto canali istituzionali a bisogni profondi e dobbiamo andarci cauti per non offendere i veri credenti, che siano musulmani, cristiani o ebrei. Invece questo islamismo che si diffonde sui social network, più che religione sembra una depravazione tecnologica».

Con cui però dobbiamo fare i conti?

«Consideri che in Sri Lanka fino a qualche tempo fa si ammazzavano le Tigri Tamil, che erano nazionalisti laici. Però è vero, dopo quelli laici c'è un apparente ritorno ai fondamentalismi religiosi. Con cui dobbiamo fare i conti».

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