Spesa fuori controllo sull'accoglienza: i 3,5 miliardi di euro valgono le opere delle Olimpiadi '26

I numeri forniscono certezze. L'Italia, nel 2023, spenderà 3 miliardi e mezzo per l'accoglienza: un'impennata quasi insostenibile

Spesa fuori controllo sull'accoglienza: i 3,5 miliardi di euro valgono le opere delle Olimpiadi '26
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I numeri forniscono certezze. L'Italia, nel 2023, spenderà 3 miliardi e mezzo per l'accoglienza: un'impennata quasi insostenibile. Come il costo dei cantieri sino a questo momento per le Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026. Nicola Porro, due giorni fa, all'inizio di Stasera Italia, su Rete4, ha elencato le cifre dei costi sostenuti dall'Italia per i migranti. E la fotografia che ne è venuta fuori può lasciare di stucco. Sono e saranno costi che pesano. L'Unione europea, per intenderci, spende 40 miliardi. Ma l'Ue è composta da 27 Stati (alcuni dei quali governati da forze socialiste, dunque teoriche dei porti aperti ma per le altre nazioni).

Il conduttore è arrivato al cuore della statistica attraverso una serie di passaggi. Anzitutto il numero di migranti giunti quest'anno sulle nostre coste: circa 132 mila, almeno sino a quarantotto ore fa. La tendenza di queste settimane è come noto crescente. Poi i 35,82 euro spesi per ogni migrante ogni giorno. Moltiplicare questa voce è complesso perché «bisogna vedere quanti sono rimasti in Italia e per quanti giorni». E siamo solo all'inizio delle statistiche presentate. A ciascuno, ha rimarcato il giornalista e vice direttore de Il Giornale, viene dato un kit di primo ingresso. Costo? 150 euro l'uno. Che piò essere moltiplicato per 132 mila. Risultato: 19 milioni e 800 mila euro. Sì, soltanto di kit. Poi c'è il tema dei Cpr, tornati di stretta attualità per l'azione del governo Meloni. Porro si è basato sui bilanci dello Stato. Nel 2022, l'Italia ha speso 26 milioni per i Cpr. Nel 2023, il totale sarà pari a 32 milioni. Ed è previsto che nel 2024 se ne spenderanno 46 di milioni. I centri di permanenza e rimpatrio servono appunto anche per rimpatriare. Ma l'operazione costa 2.365 euro a persona. Non esattamente un'inezia per le casse dello Stato.

Poi, fino a questo esecutivo, le cose in materia di rimpatri, non sono andate proprio lisce. Sempre Openpolis infatti ha spiegato come, tra il 2014 e il 2020, le persone espulse per davvero siano state soltanto il 20% di quelle che avrebbero dovuto esserlo, secondo disposizioni. Ma torniamo a quanto sciorinato durante Stasera Italia. Nel 2021, lo Stato aveva speso per l'accoglienza 1.7 miliardi. Ma i migranti da tenere presenti ora sono il doppio rispetto a quelli di due anni fa. Da qui, la cifra dei 3 miliardi e mezzo. «Senza considerare ovviamente - ha fatto presente Porro - la pressione su polizia, sanità, Guardia Costiera e tutto il resto». E anche in relazione alla «pressione» può essere sottolineato come in questi ultimi anni ci sia stato un balzo in avanti. Il conduttore ha citato la questione dei muri, in una fase, questa, di forte contrasto ideologico al concetto stesso di frontiera. Nel 1990, poco dopo la caduta del muro di Berlino, di muri in Europa non ce n'erano. Poi un neppure troppo lento crescendo: 315 km di muri nel 2014, 2048 km nel 2022. I muri sono assenti in Italia, mentre persistono in Spagna e in altri undici Stati dell'Ue. La chiosa sui costi sostenuti per l'immigrazione è automatica: «Giusto o sbagliato? Non è noi che dobbiamo dire questo, un grande Stato serve soltanto a difendere i confini, ad amministrare la giustizia e a garantire l'ordine pubblico. Alla luce dei miliardi spesi per i migranti, viene da chiedersi: è efficace la nostra politica di immigrazione, posto che non vengono integrati, posto che molti di loro vanno a finire nelle file della delinquenza?».

Comunque tre miliardi e mezzo: come il costo trentennale della M4, metropolitana meneghina. I teorici dei porti aperti diranno che i costi sono sostenibili. Le tasche degli italiani la vedranno in maniera diversa con ogni probabilità.

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